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Sfonderà gli spazi della poesia
questo germoglio forse
che rischio di calpestare
ogni volta che scrivo…
questa disperata, violenta, tenera incertezza
che ti fa gridare
un nome confuso,
una parola misteriosa,
mentre dentro ti graffia il desiderio
che non diventa comunicazione
Come una siringa
mi penetri dolcemente
e sento uno stridio di stelle
nella tua vita sdoppiata, divisa, accartocciata.
Cerco la tua spiaggia
e incontro una processione di domande
che mi squarcia il cervello.
Questo può dirti un uomo in crisi
un uomo insicuro
un uomo da tutti i giorni
un puro con tanti ritorni
*
Eccoci dunque tra le macerie dell’essere
ingenui e incompiuti
a cercare le radici
di un nuovo umanesimo,
a mendicare un poco d’incanto
ora che in noi a esistere
è solo il terrore
di non esistere.
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Va a sapere perché
mi legarono ad un tavolo
quand’ero appena fanciullo,
ma perché lo rovesciai
e mi scagliai con rabbia contro la finestra
questo lo so bene
ve l’assicuro.
*
Come una siringa
mi penetri dolcemente
e sento uno stridio di stelle
nella tua vita sdoppiata, divisa, accartocciata.
Cerco la tua spiaggia
e incontro una processione di domande
che mi squarcia il cervello.
Questo può dirti un uomo in crisi
un uomo insicuro
un uomo da tutti i giorni
un puro con tanti ritorni
*
Gli avevano detto
che aveva le dita storte
e mangiava le unghie,
che per questo
non poteva essere un poeta,
che per essere tali
bisognava curare l’estetica delle mani.
Forse un giorno
vi racconterò la storia
di un poeta monco
che andò a morire
in un orto di fragole.
*
Eccoci dunque tra le macerie dell’essere
ingenui e incompiuti
a cercare le radici
di un nuovo umanesimo,
a mendicare un poco d’incanto
ora che in noi a esistere
è solo il terrore
di non esistere.
Scrivere forse
È raccogliere la caligine dei versi
Nei solchi bruciati della storia.
Scrivere forse
È raccogliere briciole di vita
Per continuare a sognare
Oltre il silenzio e il caos
*
Restiamo soli
Come scaglie di luna
Mentre il vuoto cresce in noi
E la vita svanisce.
Nelle mani resta solo l’odore
Del glicine strappato nella notte
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Giovanni Castiglia
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Le poesie sono tratte da Vincolo testuale. Il libro, opera prima di Donato Di Poce, è stato pubblicato per le Edizioni Lietocolle nel 1981 e ristampato per “Eretica edizioni” nel 2023. Il tono giovanile e “rivoltoso” dei suoi versi si arricchirà, negli anni, di una leggerezza aforismatica.