*I versi del poeta argentino Gabriel Liberatore (Rio de la Plata, 1966-2020) sono inediti.

Per le vie di S. mi cammini davanti
piccola estasi
non sei nuda ma lo sarai
pensiero potente
sparisce la fine delle cose
ti bacio sei tu
l’aria
Sfiorarti appena
la schiena vederti la nuca
e poi ti volti ti chini resto attonito
ti carezzo i capelli
infinitamente
stordito
perduto
Continui a carezzarmi muovi
le dita lentamente
guardami ancora e ancora
lascia che ora
ti raggiunga io le labbra
Ci stringiamo
perché nessuno arrivi
fra i nostri corpi solo la nostra aria
le labbra avvinte
finché lo consente il respiro
Nulla è simile a prima
bocche sguardi dita
il sole è un astro pallido
se le nostre labbra risplendono
Presto ancora
una volta lentamente ora
vieni
ancora torna fra le mie gambe ma per molti
infiniti minuti con gentile lunghissimo
furore
nessuno squillo
a fermare i tuoi baci
la tua pelle
fra le mie dita ariosa
con lingua e voce
ti mordo sul collo
lecco la fine e l’inizio
l’origine e l’abisso
nero dischiuso
ti tengo stretta
nel bacio
Con tutti i tuoi capelli tutte le tue mani
odorami tutto non smettere
di sentirmi con tutte le tue labbra
sono
appena rinato
sveglio nella nostra luce
Appena sei nella mia bocca
c’è un altro universo
il suo sapere mi inonda di gioia
il suo sapore mi colma
se fossi morto
non potresti spogliarmi nudo
e fare di me chi sono
libero
da ogni pensiero di fine
felice
illuminato
E ancora
senza nessun cielo
il semplice soffitto bianco
portami in paradiso
soffiami nelle orecchie
mordimi il capezzolo
baciami il naso
i pensieri diventano carezze si crea
qualcosa come un cristallo
un’aria solo nostra
un tuono lieve contro le cose grevi
un’aria dove la tua bocca è la mia
Nebbia morte arti madre
l’incantesimo è dopo
è guardarsi mentre
fluisce caldo il nostro segreto
Quale arcipelago navigare
con la pelle che turba il cuore
e sbatte e poi
parole bisbigliate piano
odori condivisi
pareti inventate
per il turbine delle teste dissolte
Ti tocco la mano
non mi guardi
la stringi
Il resto della vita
è dopo quel gesto
Maestri del tempo
mentre ci baciavamo
interminabile e dolce
il sole dell’insonnia sulle dita
consapevoli che di estasi
giorno e notte e in sogno
potremmo morire
Noi
maestri del tempo che dominiamo
mi baci
ogni muro
crolla
ti bacio ogni muro
tace,
allacciati in un solo corpo
raddoppiata meraviglia
il cielo di settembre
la nostra costruzione dell’aria
Correre a grandi grida
nel nostro segreto
e le gambe fuggono morbide
dopo
guardarti
mentre ringiovanisci
venire insieme
finalmente vicini
saliva parole aria respiro
sei partita
e le mie labbra ti baciano ancora
nel ventre mi vibra il pensiero di noi
e le gambe fuggono morbide
ancora…
