Il cuore unisce ciò che la mente divide, supera l’arena della necessità e transustanzia la lotta in amore. Tu cammina in punta di piedi sull’insaziabile abisso, e combatti per dare ordine alla visione. Solleva la botola policroma del mistero – le stelle, i mari, gli uomini, le idee : dà forma e senso all’infinito che non ha forma né cervello.
Nikos Kazantzakis, Ascetica o I salvatori di Dio.

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un’attesa scura banale talmente banale un anello incombente mentre sottoterra perfonde una sirena interrotta che progressivamente intersecando percussioni. il sibilo acqueo di una sega arcuata e tutto bianco. scorrono concitatamente e il rullo bianco e la destinazione una curva che precipita uno sciame in rotta la rotella bianco un occhio di bue fiume in detriti corazzate di marce sottoproletarie armata delle lacrime forza-lavoro del corpo animale zampe sgraziate di carta vetrata due madonne acerbe già piegate Senza Una Sola Voce. altrove il fondo dell’aria è rosso i ponti levatoi si preparano all’assalto a pensarci la morte dilata l’attimo e ripete il suo foro di attesa l’estasi in sordo scorrimento. il rullo di una corsa ereditata cavalli e cicogne cavalli e cicogne. la cronofotografia disegna uno zampillo di piume bianche liberate dal cappio dell’inerzia, onda anomala per bellezza senza utilità. gnu elefanti gorilla Sapiens déplacés vivi per eruzione di lava a frotte eruzione di lava occhio di bestia assorbe come anima divaricata dal forcipe. MA LÌ C’ERA TUTTO IL CUORE IN FUOCO. nel labirinto della purezza di bestia in bestia la signora spara a una beccaccia d’allevamento di beccacce al piattello sorride allo spettatore col fucile puntato mentre dice ora ti sparo ratatatata e un attimo dopo ride .così leggera. davanti al tumulo di carcasse del suo teatro inclusivo. e una folla è una folla. il ragazzo curvo sulla percussione ingoiata e si piega invaso. come la Pepsi col vuoto a rendere non hanno la Coca Cola e il bancone è freddo. cosa è folle e cosa non è. questa terra di vacche con le corna dipinte un patrimonio che ha illegalizzato le croste della contraddizione le case pastello gentrificazione cessi da salotto come leoni di giada. una banana scocciata al muro non è illegale, solo chi si muove, i mangiatori di galiòfa, ché il tozzo di pane ha nome proprio in ogni landa di fame. la banana è stata mangiata senza fame da un artista che voleva mangiare l’artista per infinita ammirazione. le piantagioni di Ricaurte partoriscono ciechi e sordi con sangue di banana. 120.000 dollars endovena. negli uteri avvelenati, le carezze blu cobalto di Kolwezi e il rosa fosco di Tamburi. chi è folle e chi non è ? chi è folle e chi non è. purezza e pericolo iniziano per A. ma de bout en bout prendiamo il dritto per il rovescio, e l’alfa non è l’òmega, lontano dal cielo. le cicogne nere si innalzano in nostro spavento e ancora mai separate e ancora mai separate. ripetendo una virata di ardore senza lettere solo argento di volo abbagli di colombe e menfenil e ancora i dorsi degli gnu e ancora mai separati ripetono uno pneuma di absconditi dèi. cielo striato tutto incline le corolle al sole di girasoli bruciati fedeli a un pensiero di splendore interrato in battaglia una conca riverbera verso un precipizio ciclico tutto incline cuore cane cuore cavallo cuore gnu cuore cicogna cuore elefante cuore scimmia cuore mulo bambagia di un tempo di assenza scoppia rovescia illumina marcisce schiuma tutto incline cuore di uomo strappato dagli occhi carsici della bambina dal viso d’argilla con un solo tuo sguardo,/con una sola perla della tua collana zanne cane capelli bambina bianco batti bianco batti stesso ago di vertigine frana di ginocchia. una trama iridescente di lapilli ogni eruzione una vita immaginata sull’orlo del vulcano ammantato di gemme e sul fondo una danza rotante. ti amo ti dico ti amo non ti dico. surtout, mon étoile, Rub’al-Hizb, Stella di Lakshmi. MA LÌ C’ERA TUTTO IL CUORE IN FUOCO. ogni giorno l’uomo accende con scintillio di pietre, la mano a coppa a difendere dalle iene infinitamente.
àlzati fuoco, e portale i miei fiori.
alleviare/alluvione. ché tutto è poco ché tutto è sempre poco ché tutto questo scorrimento. come le voci sono troppe come una voce è troppo il soffio bianco elefante vulcano cicogna e. ancora mai separati dans une parfaite agonie de joie. i cavalli e la grazia il mulo e la grazia la cicogna e la grazia. di quel certo candore in autarchia.
e noi alla finestra di questa nostra guerra senza stendardi. parlavamo di rinnovabili con le arterie di cemento, in peccato mortale per impalpabili assedi di laideur. e invece era l’inizio della detonazione. haut les cœurs per queste nostre patrie tradite. ché alla fine non si fa niente di grave. alla-fine. ché alla-fine è il tempo di una suola sullo zerbino, l’intercapedine senza ritorno tra uno squarcio vitale e la giusta estinzione. tutta colpa del cambiamento climatico. no way. un’ostilità senza destinatario per questa ilare disattenzione nella smisurata traversata, e il tesoro nel permafrost per la prossima aurora. tutti stanchi, tutti così pieni. ma siamo faccia d’altri.

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Cristiana Panella (Roma, 1968) è senior researcher in antropologia sociale e culturale. Vive e lavora in Belgio. Dopo la laurea in Lettere Moderne a Roma si è trasferita a Parigi, dove ha ottenuto un DEA (Diplôme d’Études Approfondies) in Storia dell’Arte Africana alla Sorbona per poi conseguire un dottorato in co-tutela europea (Paris 1 Panthéon-Sorbonne, University College London, Universiteit Leiden) in Scienze Sociali all’Università di Leiden, nei Paesi Bassi. Ha effettuato lunghi soggiorni di ricerca in Mali sul commercio clandestino di antiche terrecotte e sui cercatori d’oro, prima di dedicarsi allo studio del commercio informale a Roma. Attualmente è orientata, in una prospettiva multidisciplinare, sulle implicazioni etiche della corporalità. I risultati delle sue ricerche sono stati presentati in decine di pubblicazioni e convegni internazionali in Europa, Canada e Stati Uniti. Parallelamente ha collaborato come editor e lettrice con la casa editrice di Bruxelles maelstrÖm ReEvolution. Suoi testi di poesia e prosa, note critiche e traduzioni di poesia inedita francofona figurano in diverse riviste italiane on-line. Nel 2019 ha pubblicato per proprio conto il non-romanzo in cielo e in terra. Nel 2022 ha vinto il Premio di poesia e prosa Lorenzo Montano per la sezione « prosa inedita ».
*Le fotografie che accompagnano il testo sono dell’autrice.
