LA NATURA MUTA. Francis Ponge

Proème capital

Les Fleurys, 10/4/1950

Da una parte ci siete voi, uomini, con le vostre civiltà, giornali, artisti, poeti, sentimenti, tutta questa umanità sempre più rivoltante, invivibile (ingiudicabile).

Dall’altra noi, il resto: i muti, la natura muta, le campagne, i mari, tutti gli oggetti, gli animali, i vegetali. Non male le cose, lo si vede bene. Infine tutto il resto.

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È questa seconda parte, perfettamente fuori dall’uomo,

la mia ragion d’essere,

di rappresentare, ciò a cui dò voce.

Che vorrei (lo facesse capire la mia voce) far parlare tanto quanto gli uomini.

Sufficiente che la natura dica una parola per dominare agevolmente tutto il resto.

Non sono davvero troppo inquieto circa il mio ruolo fra i poeti, fra gli uomini. Che l’armadio mi parli: ecco tutto.

Voi…

Siete lì, tutti attorno a me – voi alberi, pietre di questo giardino, nubi in cielo, meravigliosa natura morta, armonia senza contesto.

Siete là,

siete proprio là!

Indiscutibilmente. in piedi o coricati, morti o vivi, forti, presenti,

andiamo a parlargli, agli uomini.

Prestate loro la voce, la parola. Parliamo! Parlte! Io sarò il vostro interprete. Dite ciò che dovete dire. Dite solo chi siete.

Ditelo a me.

Io mi interesso solo a voi.

Vi ho dedicato interamente la mia vita, la ma parola.

Da molto tempo, dalla mia giovinezza, esercitate a questo.

*Il testo è tratto da “L’Ephémère”, 2, aprile 1967.

Francis Ponge

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