con prefazione di Angelo Lumelli
New Press Edizioni, 2022, collana Il Cappellaio Matto, diretta da Vincenzo Guarracino

Angela Passarello, con POEMA RUPE, crea una struttura arcaica dove domina la “grammatica dell’anomalia” (Lumelli). Il poema, suddiviso in tre sezioni, Trizzeri, Scacciamalocchio e figure del paesaggio e Girgenti, è preceduto da una prefazione di Angelo Lumelli, “Poema rupe: il verbo fossile e i suoi monumenti.. Il poema di Passarello è una sequenza musicale priva dii sviluppi, un “ricercare” ribattuto sullo stessa nota, un aggregato minerale di parole mai smosso dalla dinamica sintattica del verbo. Poema Rupe è un’apparizione di parole che si depositano nella descrizione mai descrittiva della Rupe, declinata ora nello stile dell’epos antico, ora nei lacerti del dialetto siculo, ora nella ferrea fissità dell’epigramma, come una Montagna Sainte-Victoire scavata nello sguardo attonito di un impassibile Cézanne. Come annota Lumelli nella sua prefazione: “Angela Passarello utilizza lo stile formulare come una retrocessione del linguaggio fino a ridosso della cosa”. Libro che turba per la sua natura petrosa e refrattaria, monumento ignoto che “per alchimia mentale lavora a porte aperte” (Insana), POEMA RUPE, fitta di epiteti, neologismi e visioni indocili al linguaggio, non è un oggetto che si dimentica: è materia-tumulto raggrumata in parole rituali. “La Rupe si staglia nell’immaginario con un che di epico, cui la lingua da’ forza con i suoi rituali espressivi, con la magia della formularità dei nomi; quasi a dire l’incombenza e la ciclicità della fatica dei tempi e delle stagioni cui uomini e animali non possono sottrarsi” (Vincenzo Guarracino). Di questo libro materico e selvatico resta l’immagine potente di un animale ferito: «nella mattanza il pescespada assediato / come un Don Chisciotte / puntava la sua arma / verso un’infinità accecante”.
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Rupe della creta originata dalle acque
scorriviscere terrestri
plasmata nella forma dalle mani
che ne ravvivano la durata
*
Rupe nell’antro di Atena
sui vasi torniati con refrattarie argille
sgrovigliamito con facce di lune
mappate tra le preistoriche felci
*
Rupe accarezza silenzio dei morti
nel fruscio la cima del pino
come un angelo chino
sul marmo del riposo perpetuo
*
Rupe delle lingue turistiche spezzate
con gesti smorfialabbra la parola
sulla bocca decifrata
con le dita della mano in movimento
*
Rupe della primaria conoscenza
con la maestra lettrice di Pinocchio
il burattino diventato bambino
vestito di pane con mollica di lusso
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Rupe dei cantastorie con l’omerica lingua orale
simulata dalla voce
nella circonferenza della piazza
con sagome di eroi vinti e dèi vincitori

Angela Passarello nasce ad Agrigento e vive a Milano. Cofondatrice della rivista “Il Monte Analogo”, ha collaborato con “La mosca di Milano”. Tra le sue opere: Asina pazza, La Carne dell’Angelo, Ananta delle voci bianche, Piano Argento, Bestie sulla scena, Pani scrittu. Parte della sua opera pittorica è stata esposta, nel 2019, alle Vetrine della Libreria delle Donne di Milano e alla Fondazione Mudima.

gentile Marco Ercolani, grazie per il commento a Poema Rupe, grazie per l’ospitalià in questo spazio-blog.
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