CAPUT VERTIGINIS. Dario Capello

Caput vertiginis*

**

raggiunta fin qui, nel giorno

di un qualsiasi giudizio,

nel capogiro, nella parola

asciugata in gola. E tutta la vita

che non cede

respinta dalle pareti.


**

sanno cosa li aspetta. L’età

del parto conclusa nella cura

del dispari e del pari,

yin e yang, soglia

d’enigma a forma d’uovo.

Ma scendono

alla vita, hanno scelto, nel panico,

sbalzati

**

qui la teta rovesciata

cela il vuoto dei crepacci,

desideri in risonanza. Sì,

quel vuoto, quel magnetismo

di tutti i congedi, anche qui

tra scheggia e scheggia,

nella geometria di un capogiro

così arreso.

**

ogni cosa muore di desiderio

per l’altra, se la sua forma

è la sua preda

contesa. Totem, talismano

dei profili, restituiti

inattesi, nella luce

paradossale del nero

*Le poesie sono tratte dalla plaquette di Dario Capello, Caput vertiginis, scritta in occasione dell’omonima mostra collettiva presso la Galleria Alberto Weber (Torino, maggio 2003). Le sculture sono opere di Giuseppe Armenia, Santo Cinalli, Marc Didou, Bruno Martinazzi.

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