Come sempre, quando si legge questo poeta, si resta ipnotizzati dal mistero che percorre le sue parole, felicemente incomprensibili e felicemente reali. Non esiste, per lui, l’interezza della cosa. Sarebbe una falsa pienezza: esistono angoli, punti di cambiamento. Movimenti di attesa nell’invisibile. Nessuno come lui sa che vedere tutto è un’illusione, la produzione di un falso. Occorre percepire fratture, impressioni, fughe. La vera ipnosi è l’insuccesso di contenere la realtà. La realtà è inafferrabile, come la verità che Musil paragona alle vibrrazioni del mercurio: è la fotografia di un invisibile che rimanda sempre all’impossibile.

