*I testi sono tratti da: Luisa Futoransky, Case dove non si abita più (cura e traduzione di Monica Liberatore), Parole del mondo, Joker 2025.

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“Le mie radici sono la mia lingua” dichiara in un’intervista Luisa Futoransky, una delle voci più importanti e indispensabili della poesia latino-americana contemporanea. Aprire la mappa, sfumarne i confini, adattarla da altri contesti e rielaborarne le dimensioni per farne un corpo, una strada percorsa, un punto geografico e un’azione, più che politica, etica, sono alcune delle pratiche poetiche che derivano dalla sua produzione letteraria.
Monica Liberatore
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Testi
Calendario giapponese
la mia vita è semplice, con pochi soprassalti
le rose lasceranno posto ai nespoli
i mandorli ai ceisantemi:
divento più dolce quando dimentico
*
Ahasverus
Perché non ho mai palato le lingue
dei paesi in cui ho vissuto?
*
Lui
Vattene, ma non ti allontanare dal mio rancore
*
Probabile oblìo d‘Itaca
Le piccole storie, i luoghi i volti e gli odori
si uccidono a vicenda.
Un paese sovrasta quello di ieri,
un graffio può nascondere la grande cicatrice.
La parola, poi, diventa spesso
un vizio vergognoso di solitudine.
E cosa ti resta, dopo tanta fragile arroganza!
Hai scoperto il vuoto di ogni vertigine
e senza indugio porti il destino che ti corrisponde:
il tuo posto, lo sai,
partì quando sei arrivato.
*
Arte poetica
Il pescatore conosce l’attrezzatura, le lenze, i fili,
canne, ami e piombini.
Il pescatore sa lanciare in acqua
le parole
ormai inutili.
*
Sometimes
Veniamo da altre ossa
altri soli e fatiche
eppure
questo amore,
a volte.
*
Rughe
la pelle delle mani concepisce oscuri ideogrammi
che decifro con pazienza
goffa
brillante
pazza di esaltazione e arroganza
o sopraffatta dalla pena fino all’orrore
sono quella che sono
*
Corpo a terra
un’ostinata
vocazione al miracolo
mi sostiene
dico
sosteneva
*
A re morto
In una piaga viva
conto i gironi e le notti
che mi porta
a perdere il tuo nome
e non sostituirlo
con nessuno
*
Lui; Oloferne
Guardarlo dormire
per l’ultima volta?
*
Quella senza tempo
ho disfatto case
ho perso libri
sono partita com’ero vestita
in una valigia
due valigie
tre
indivisibile
la trinità
è
lacrime
soldato che fugge
serve per un’altra guerra
le povere vecchie attrici
finiscono i loro giorni
tramezzate
bevendo mate
in un temuto ospizio
la Casa del Teatro
Non si uccidono così anche i cavalli?
*
Poetica giudice della mia ombra
Oggi
è probabile che io sappia qualcosa
sull’inquietante
vocazione della scrittura.
Ma, mio malgrado,
in questa frase:
chi è il soggetto?
Il tacito asino,
in avanti,
perché ancor si spaventi?
Poesia
è solo
svelare,
scoprire, forse?
la puerilità del resto.
*
Stufato
Scrivere con la pazienza di un entomologo, la disinvoltura di un dandy
e la fertilità di un cercatore d‘oro
La poesia, la più fragile trasparenza nuziale.
*
Avviso al navigante
1
Ottenere il giusto risultato,
determinare il punto di fuga
per il quale l’occhio sceglie
tutto ciò che non sceglie
arrivare a buon porto
al cuore dei luoghi
2
Scrivo poemi, mappe del mondo
alcune gloriette
quella filigrana dell’inquietudine
3
La parola,
terra iniqua, terra amata
dolcezza
Intimo,
effimero amore
effimero pudore
*
Epilogo
scrivo in relazione ai nostri segreti
alla porzione dell’indicibile e alla fragilità della memoria
quasi alla fine dell’ordito
dissolto
folgorante
a volte
nessuno che lo neghi
nemmeno io oso
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Luisa Futoransky (Buenos Aires, 1939). Ha studiato lingua inglese con Jorge Luis Borges, si è occupata di musicologia e di regia d’opera. È autrice di cinque romanzi e di venti raccolte poetiche. Nel 2018 nasce il progetto di pubblicare tutta la sua opera poetica: nel 2019 esce il primo capitolo, Los años argentinos e nel 2022 il secondo, Los años peregrinos. Entrambi i volumi sono stati curati dal poeta argentino Mariano Rolando Andrade.

Immagine di Liliana Maresca, artista argentina
