JEAN DE SPONDE. Sonetti

Sonetti

a cura di Lucetta Frisa

1.

Se è sotto le acque che la terra è schiacciata

Come si regge ancora con tanta sicurezza?

Se il suo fondamento ha radice nei venti

Conservarla si può, se non rovesciata?

I giusti contrappesi che l’hanno bilanciata

Non possono mutare i loro movimenti?

E come farci solidi così questo Elemento

Che trova intorno a sé l’incostanza concentrata?

È così questo corpo che tutto può sollevare,

Senza mai vacillare tra le onde ed il vento,

Non dissimile miracolo se il mio estremo amore

In mezzo ai mali che soffiano da ogni parte

Ogni giorno non trova la stessa simiglianza

tra tutte queste leggerezze, la costanza.

2.

Chi si trova nei cieli e abbassando gli occhi

Sopra il largo recinto di questo secco elemento

Non crederà che ad un punto soltanto

Un punto ben nascosto dal velo di una nube.

Ma se ancora contempla questa tenda azzurra

Questo cerchio cristallino, questo cielo dorato,

Pensa che a sua volta è grande all’infinito

e che questa grandezza ci è del tutto ignota.

Così di questo cielo dove mi condusse Amore

Grande cielo d’Amore che mi fascia gli occhi

Se agli altri le punte aguzze io un po’ abbandono

Al resto degli amori, vedo sotto la notte

Del mondo di Epicuro in atomi ridotto

Il loro amore di terra e il mio tutto di cielo.

3.

Mille bellezze invano si presentano agli occhi

I miei sono aperti e chiuso è il mio coraggio

Un’unica bellezza infiamma le mie ossa

E le mie ossa amano solo quel fuoco:

I rigori della vita e del tempo che allontanano

Dal mio soggiorno felice dove abita il riposo

La mia anima alterano meno del mio proposito

E i miei desideri modesti mai se ne pentiranno.

Amori carezzevoli voi domate con dolcezza

Questi spiriti erranti che facilmente oscurano

Di quegli assenti amori la casta rimembranza:

Malgrado i vostri sforzi io indomito resto:

Così voglio servire come maestro di costanza

Come del mio bel fiore un maestro di bellezza.

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*I testi, di Jean de Sponde (1557-1595), sono pubblicati in Poésies complètes, Classiques Garnier, Paris 2022.

Jean de Sponde

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