
Giovanni Castiglia
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cuori suicidi
invocano risa tra i baci. nudità
immense in preda alle stagioni
che scivolano tra distanze irriconoscibili.
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cuori dietro le spalle sorvegliano gli inferni.
che brulicano affamati. falliscono dietro
colpe ossessive. che scoppiano e contaminano
la femmina morte.
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cuori insistono guerre. raccolgono i volti ammazzati.
inghiottono la terra che spacca ovunque precisa.
vogliono fare l’amore. e girano girano ciechi
come serpenti.
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cuori stanchi dubitano della sorte dei popoli.
crollano nei granai addormentati.
nella febbre piccola e buona come una madre invisibile.
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cuori guardiani corteggiano la sorgente
della pietà. senza interruzione. nell’unione
del bene. nelle strade dei ragazzi e delle ragazze.
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cuori forestieri tengono in bocca il miele
mentre passano gli anni. lasciano cadere
le braccia tra i papaveri. nel nome
delle confessioni.
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cuori nascosti quando il mondo se ne va.
lasciando loro fedeli alle estati. in case
senza vetri. tra le passioni custodite.
nel peso delle notti complici e perfette.
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cuori con occhi da leone sopra le lavande.
nel disastro perenne dei figli che sgranano
delirio. con capelli rossi. con atroce sguardo
e muscoli liquefatti. si agitano colmi di odio.
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cuori tra i sospiri dei cani che non dicono niente.
e fanno a pezzi la città con i fiori dappertutto.
e uomini che danzano insaziabili e sordi. mentre
l’alba scura si spegne.
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cuori divorati dalle radici del mondo. rovesciano
il suolo cercando il dio del futuro. tra fossili di granito
e la gloria di una luna metallica. per l’ultima volta.
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cuori sottili e rosa nelle guerre del silenzio.
dove belle donne con sangue chiaro ci salvano
dai suicidi. con gesti nei sogni. come luci
tra i sassi. come mirra tra le vesti tiepide
di noi tutti a piedi nudi.
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cuori come uccelli marini in assurdi profili
cadono di continuo. sulla terra in lutto.
in un’unica forza che purifica i veleni
e le strade nere. dove lupi giganti camminano
maledetti nel sonno dei vivi.
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cuori bui bestemmiano dove vegliano i sordi.
battono la sorte con schiette lingue. raggiungono
vette. lanciano pietre sui corpi in ginocchio. covano
vipere sapienti. fermano e tradiscono rettitudini.
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cuori tenaci bisbigliano e rincorrono il terrore.
poi scappano nel bosco. minacciano la morte.
sbranano la speranza. e tutto intorno trema.
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cuori profeti rovesciano i vangeli sull’asfalto. dove
cervi freddi si radunano armati di luce. sprofondano
nel vortice delle creature mai nate. in un’improvvisa
eternità.
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cuori incurabili delle statue con i volti
a terra. che gemono in una danza di spettri.
mascherati e gentili. siedono sui troni. riuniti
affamati d’amore
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cuori bianchi gemelli sperano la pace. infranta
e dimenticata. come un reato incessante. davanti
a dio senza voce. come maceria sugli incroci.
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cuori assoluti protetti dai cani di vetro
migrano sempre più a nord. verso la gioia
dei morti immobili. ai margini di un’offesa
universale.
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cuori disonesti fuggono dietro la città.
e sopravvivono nella perfezione rivolta
all’alba. in millenni di beatitudine.
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cuori delusi tremano nelle chiese profanate.
dove spose tradite ridono e si sdraiano
in un suono. che evoca un altro mondo.
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cuori matti si congiungono sconvolti.
cacciati dalle case viziate tentano
di svegliare i fratelli stanchi. con le braccia
spalancate sul dolore.
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cuori assolti non credono più alle menzogne.
sfidati dalle madri che proteggono a testa bassa
gli anni e gli ordini.
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cuori nudi mangiano la notte come branchi
in allarme. pronti a morire. fedeli alla gioia.
e rimangono soli fino all’orizzonte. bellissimi
come figli salvi.
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cuori vergini segreti bestemmiano la giovinezza.
circondati dal buio. nell’ora dell’amore che strilla
e cade alla deriva. che guida alla cieca. lì dove pulsa
la sorte all’improvviso. come un miracolo che circonda
la grazia e la ferocia.
