CUORI. Carlotta Cicci

Giovanni Castiglia

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cuori suicidi

invocano risa tra i baci. nudità

immense in preda alle stagioni

che scivolano tra distanze irriconoscibili.

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cuori dietro le spalle sorvegliano gli inferni.

che brulicano affamati. falliscono dietro

colpe ossessive. che scoppiano e contaminano

la femmina morte.

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cuori insistono guerre. raccolgono i volti ammazzati.

inghiottono la terra che spacca ovunque precisa.

vogliono fare l’amore. e girano girano ciechi

come serpenti.

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cuori stanchi dubitano della sorte dei popoli.

crollano nei granai addormentati.

nella febbre piccola e buona come una madre invisibile.

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cuori guardiani corteggiano la sorgente

della pietà. senza interruzione. nell’unione

del bene. nelle strade dei ragazzi e delle ragazze.

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cuori forestieri tengono in bocca il miele

mentre passano gli anni. lasciano cadere

le braccia tra i papaveri. nel nome

delle confessioni.

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cuori nascosti quando il mondo se ne va.

lasciando loro fedeli alle estati. in case

senza vetri. tra le passioni custodite.

nel peso delle notti complici e perfette.

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cuori con occhi da leone sopra le lavande.

nel disastro perenne dei figli che sgranano

delirio. con capelli rossi. con atroce sguardo

e muscoli liquefatti. si agitano colmi di odio.

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cuori tra i sospiri dei cani che non dicono niente.

e fanno a pezzi la città con i fiori dappertutto.

e uomini che danzano insaziabili e sordi. mentre

l’alba scura si spegne.

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cuori divorati dalle radici del mondo. rovesciano

il suolo cercando il dio del futuro. tra fossili di granito

e la gloria di una luna metallica. per l’ultima volta.

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cuori sottili e rosa nelle guerre del silenzio.

dove belle donne con sangue chiaro ci salvano

dai suicidi. con gesti nei sogni. come luci

tra i sassi. come mirra tra le vesti tiepide

di noi tutti a piedi nudi.

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cuori come uccelli marini in assurdi profili

cadono di continuo. sulla terra in lutto.

in un’unica forza che purifica i veleni

e le strade nere. dove lupi giganti camminano

maledetti nel sonno dei vivi.

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cuori bui bestemmiano dove vegliano i sordi.

battono la sorte con schiette lingue. raggiungono

vette. lanciano pietre sui corpi in ginocchio. covano

vipere sapienti. fermano e tradiscono rettitudini.

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cuori tenaci bisbigliano e rincorrono il terrore.

poi scappano nel bosco. minacciano la morte.

sbranano la speranza. e tutto intorno trema.

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cuori profeti rovesciano i vangeli sull’asfalto. dove

cervi freddi si radunano armati di luce. sprofondano

nel vortice delle creature mai nate. in un’improvvisa

eternità.

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cuori incurabili delle statue con i volti

a terra. che gemono in una danza di spettri.

mascherati e gentili. siedono sui troni. riuniti

affamati d’amore

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cuori bianchi gemelli sperano la pace. infranta

e dimenticata. come un reato incessante. davanti

a dio senza voce. come maceria sugli incroci.

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cuori assoluti protetti dai cani di vetro

migrano sempre più a nord. verso la gioia

dei morti immobili. ai margini di un’offesa

universale.

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cuori disonesti fuggono dietro la città.

e sopravvivono nella perfezione rivolta

all’alba. in millenni di beatitudine.

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cuori delusi tremano nelle chiese profanate.

dove spose tradite ridono e si sdraiano

in un suono. che evoca un altro mondo.

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cuori matti si congiungono sconvolti.

cacciati dalle case viziate tentano

di svegliare i fratelli stanchi. con le braccia

spalancate sul dolore.

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cuori assolti non credono più alle menzogne.

sfidati dalle madri che proteggono a testa bassa

gli anni e gli ordini.

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cuori nudi mangiano la notte come branchi

in allarme. pronti a morire. fedeli alla gioia.

e rimangono soli fino all’orizzonte. bellissimi

come figli salvi.

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cuori vergini segreti bestemmiano la giovinezza.

circondati dal buio. nell’ora dell’amore che strilla

e cade alla deriva. che guida alla cieca. lì dove pulsa

la sorte all’improvviso. come un miracolo che circonda

la grazia e la ferocia.

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