LE SCELTE SI PAGANO. Chiara Daino


Me lo ripetono dall’asilo (quando scelsi di rimanere a giocare coi sassolini del cortile anziché dormire come tutti i bravi bambini e fui prontamente spedita dallo psichiatra infantile). Le scelte si pagano e quale altro originalissimo leitmotiv potrebbe scandire la lingua di chi Artista NON è? «Non te l’ha prescritto il medico». «Non hai diritto di lamentarti» (in realtà, essendo di Genova, pagando si intende, fin dal Trecento, ne ho diritto: il mugugno è una scelta e in quanto tale – si paga).

Ecco il mio scudo, Carón.

Ecco. Vorrei essere scelta. Non certo come compagna di squadra (noi rachitici malaticci e problematici tentammo vanamente essere esonerati dal martirio detto “educazione fisica”: sopravvivere al Liceo Classico non vi sembra già prova di tempra rara? Perché dobbiamo guadagnarci anche contusioni, fratture e umiliazioni? Idea luminosa costringere chi soffre di vertigini a inerpicarsi sullo stramaledetto quadro svedese. Colta da crisi di panico: mi rifiutai scendere finché, due ore dopo, il bisogno fisiologico di urinare mi portò a miti consigli. Spedita dallo psichiatra scolastico. Ah, la mia lunga storia d’amore coi dottori dell’Anima, quanta tenerezza. Per loro).

Ecco. Mi sono persa. Matassa di voci senza capo, batte in testa la voglia di essere scelta. Chiaramente non come sposa: «la brava moglie, santa, madre di Dio NON è il ruolo mio, mi dispiace amico mio»intona Il Divo e sottoscrivo. «Sposati e sepolti» graffiava Cobain in All Apologies: tutte scuse – quelle dei Pesci che da sempre boccheggiano la fame d’aria (almeno psicoterapeuta coniugale riuscii evitarmelo, belin).

Ecco. Vorrei essere scelta. Come cavia? Quale allettante proposta! «Possiamo usare il suo plasma e prelevarle campioni di tessuto connettivo e scheletrico per studiarli? La sua malattia autoimmune presenta valori così anomali che vorremmo approfondire». Donare il corpo alla scienza io che son abbandonata alla lettera? Oltremodo ironico. Per fortuna il mio stato di famiglia prevede la regolare visita domiciliare dello psichiatra eroico.

Ecco, l’ho detto chiaro e tondo? Vorrei essere scelta come scarto. Come Autore da rigurgito. «Se si capisce è meglio, Dama» disse sorridente la Tabacchina Germana: «quando ti leggo ho sempre la sensazione di non capire tutto quello che hai scritto e nascosto nel testo». Ho scelto la Cipolla come Musa. Ho scelto la sbronza ossimorica come stile di vita, ho scelto di bere e non procreare (anche questa trucidata vi debbo spiegare?).

Ancella d’Appino «ho scelto tutto, tutto tranne il mio dolore. Lo ammazzo io e non c’è niente da capire».

Tiziano Riverso, Damacquarello

https://genius.com/Appino-il-testamento-lyrics

2 pensieri riguardo “LE SCELTE SI PAGANO. Chiara Daino

  1. Nell’annottare Te la debbo menare [uahuahuah].

    M’incisto e mi ulcero per il *laborlimae* e Tu mi sconsigliasti perseverare.

    Toulì! Essendo Tu letto — eccomi a dover rispondere a chi non capisce Cobain (sai che novità). Eccomi a dover rispondere a chi non capisce Cobain tradotto.

    TUTTI intesero “spòsati” e non “sposàti”. L’importanza di battere.

    Gli accenti.

    Piccola poderosa pescina: soddisfazione. Gli omografi non  omofoni son infingardi.

    Zampettato questo, riprendo il volo — di Deleuze [ne scriverai Tu] — spolmonando: Zen Circus.

    T’appolpetto nell’abbraccio.

    [Strofa 1]

    Al cinismo più bieco e posato

    Tipo quello da cantautorato

    ESSER STRONZI È DONO DI POCHI

    FARLO APPOSTA È ROBA DA IDIOTI

    A chi è andato a vivere a Londra

    Berlino, a Parigi, Milano, Bologna

    Ma le paure non han fissa dimora

    Le vostre svolte son sogni di gloria

    [Strofa 2]

    A chi critica, valuta, elogia

    Figli di troppo di madre noiosa

    L’ARTE È PENSIERO CHE ESCE DAL CORPO

    NÉ PIÙ E NÉ MENO COME LO STERCO

    Alle donne, agli uomini, ai froci

    Vi amo, vi adoro e ricopro di baci

    Corpi ignudi, sgraziati o armoniosi

    Perdenti per sempre, perfetti per oggi

    [Strofa 3]

    A voi che vi piace di farvi fregare

    Dai nati vincenti, dal navigatore

    Dalla macchina nuova e dal suo fetore

    Dalla prova finale, dall’uomo che muore

    [Outro]

    “Allora se le faccio una domanda lei mi dirà la verità?”

    “Se è possibile te la dirò, certo.”

    “È possibile, altroché se è possibile… e se non la dice vuol dire che non vuole.”

    “Sentiamo, di che si tratta?”

    “I preti hanno quella cosa come gli altri uomini?”

    “Di che stai parlando?”

    “Del cazzo!”

    “Chi ti ha parlato di queste cose?”

    “Vuole rispondermi, ce l’hanno o no?”

    “Noi siamo come gli altri uomini.”

    “E scopate anche come gli altri uomini?”

    “Ma tu non devi parlare così…”

    “Lei non vuole rispondermi.”

    “Come apprenderai quando sarai grande, noi dobbiamo reprimere i nostri desideri.”

    “E lo fa anche lei?”

    “Sì.”

    “Allora lei deve essere un impotente!”

    “CHE COSA HAI DETTO A PADRE JUAN?”

    https://www.youtube.com/watch?v=B-07-7a0ysE

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