
Peter Bruegel il vecchio, Morte della Vergine
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Le tue dita lente
Odoro
quel punto unico
dove la pelle nuda è appena umida
con dita e labbra vorrei
trovare il centro dove l’estasi
sprofonda entrambi nel punto perfetto
dell’unico buio che la bocca illumina
con baci non interrotti.
Nulla esiste
se non l’aria
ferma nelle nostre uniche bocche
lente
lunghe
dolci
perfette.
Si accosta, lei, io inizio a tremare
come se il mondo fosse capovolto,
capovolto e vero,
nitido specchio di noi.
Che cosa profuma, nella lunga oscurità?
Fiori? Aranci? O le tue dita,
lente verso di me…
Nessuna correzione. Il tema è perfetto.
Luce di pietra ventosa, fessure nella roccia
che odorano di erbe nuove.
Le indescrivibili cose
non perdono sapore.
Oggi alzo la testa.
Domani mi tuffo.
**
Sembra che tu stia invecchiando
Sembra che tu stia invecchiando
ma il cosmo ringiovanisce sempre
e tu devi imparare a stare
nelle forme che il cosmo ti insegna
a riconoscere: un battito un fruscio
l’ala che non si ferma e dice
il tempo del volo,
sabbia caduta fra dune e mente,
inesorabile ma dolce,
sabbia dove ancora premi il piede
non crollato, angolo di pittura
nel caos.
…
Sembra che tu
ma sembrare è parola sottile e falsa,
ostile.
Eppure non scriverei questi versi
se fossi rimasta giovane.
Tu sei, nel vaso attico,
la figura che continuo a sposare.
…
Sembra che tu
ma resistere al normale crollo del corpo
genera l’invisibile fuga, fuga di fiamma
che ancora, nel sorriso condiviso, brucia.
…
Sembra che tu
ma chi ti guarda conosce il regno delle ombre
e nulla sa di come un sorriso
sconvolga l’inerte pianeta
gettandolo nel guado delle cose
dove, rapita dall’acqua, sorridi.
L’acqua resta, fra le lunghe pietre del mondo,
e ciò che resta, come sai da millenni,
lo perdono i poeti.
…
Sembra che tu
ma sono anni impossibili
ed è possibile essere giovani contro il corpo
guardare con occhi limpidi
le indescrivibili cose:
chi resta, chi respira,
trova lo specchio dove fiorisce il bosco
il bosco dove arde lo specchio.
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Per ore dentro di te
Desiderata, sorridi.
Sei là, incantata, ferma.
Io dolcemente entro: è così dolce, così scuro.
Sei sopra di me, i seni giusti per le dita.
Toccarti, a occhi chiusi.
Ma non ti sfioro.
Camminando nella terra
è facile restare segreti:
ci si nasconde, felici,
nelle notti altrui.
Ma se cominci a baciarmi
perdo la mia bocca nella tua
ammutolisco
resto vivo
per ore dentro di te.
In che modo potrò salvarmi?
Parola dopo parola?
Non muovo le dita: affido la scrittura alla voce.
Scriverei, se potessi.
Ma le mani non rispondono. Parlo
e le dita tremano,
sperano in un magico gesto futuro.
Quale magia?
Essere brevi. Sapere.
Guardare il sole da uccello cieco.
Lo salverà il volo, con ali
che vedono le correnti.
Abbiamo desiderato, sì, senza luce
a coprirci le mani,
abbiamo sentito pelle, brividi, odori,
che salgono dal buio.
