I testi sono tratti da: Enea Roversi, sensibile alle minuscole, puntoacapo, Pasturana, 2025.

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vla
smarrito in una lingua che non sarà mai sua
quell’eccesso di j di kappa e doppie v
compendio di suoni così aspirati e rochi
pensa pur tuttavia che esista qui la grazia
le linee di mondrian, la luce di vermeer
case e canali (e fiori) e il vento dei mulini
ma il chiodo fisso qui per lui rimane
ritrovare il tesoro al reparto latticini
quel bicolore senso di densità cremosa
tazza di vla di brama apicale e lussuriosa
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au hasard balthazar
è insolente la polvere sollevata
dal passo goffo e lento dell’animale
misurato a croci singulti e fatica
sotto il peso sempre più indecente
e il bastone dell’uomo poi ancora
uno sputo e una grassa risata
ritrovarsi ad abbassare il muso
preda di quel ridicolo arrancare
in un misero circo di periferia
spezza il morso balthazar corri
libero ora per una volta almeno
vola nel cerchio di fuoco del cielo
diventa asteroide che grida di gioia
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(dalla prefazione di Silvia Comoglio)
…Tra lingua e lingua, tra cultura e cultura, si è detto. Ma ancora non basta. Perché questa coesione/scorrevolezza la si ritrova in sensibile alle minuscole anche tra linguaggio e linguaggio, quello, intenso, della musica, del cinema e della pittura. Ed è così che le linee di mondrian e la luce di vermeer (n.b., la m e la v minuscola non sono ovviamente refusi) si mescolano con the she goes del gruppo inglese The La’s o con il film au hasard balhazar del regista Robert Bresson. Una scorrevolezza che sollecita e fonda nuovi registri linguistici delineando, di conseguenza, una visione del reale e del quotidiano più articolata e completa perché multipla e moltiplicata…
