A Piergiorgio Colombara
Il mondo? È in fuga.
*
Un nulla ci accoglie ora, un vetro senza ombre.
*
Sì. avremmo sorriso. Se fosse accaduto.
*
Senza aria, resterebbero stalattiti.
I venti disincantano i sassi, rendono reali
suoni e odori, illusioni vive.
Ora sono pietre libere: aeree e bianche,
un fragore remoto.
Superstite sopra la cima, ne osservo ancora il volo.
*
Carta senza penna che scrive, senza mani che toccano,
senza finzioni che bucano il foglio.
Carta bianca. Non c’è scampo. Tutto accade
togliendo vita.
Che la verità, mai eterna,
muoia e si moltiplichi.
Che per giorni interi
si impari a frantumare in specchi le verità.
*
Sapere che gli uccelli non saliranno dal bosco
non torneranno. Perduti,
insostituibili.
Parlare, quasi senza voce,
di questo dolore.
E dopo?
Risentire il vento
ma secco, nudo.
In pieno giorno il monte proietta
la sua ombra frastagliata e bianca
al centro del prato.
In quell’ombra scaturita dal sasso scagliato
si concentra il destino.
Le rocce, disintegrate.
Le vite, superstiti.
*
Maschera: espone la sua forma.
Vuoto invisibile: dietro la maschera.
Nodo: agli intrecci del nulla.
Lo specchio: primo cuore di tenebra.
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Immagini di Piergiorgio Colombara
