ISMI. Mirea Borgia

Nella bandella di copertina del libro (Mirea Borgia, ISMI, Il Convivio editore 2025), Renzo Paris scrive: “Ho incontrato Mirea Borgia tra il pubblico di una affollata presentazione in un locale di periferia. Stringendomi la mano, mi ha trasmesso un’energia di intensità pari a quella della mia cara Amelia Rosselli. Ha aperto la sua borsa e mi ha regalato ISMI. Tornato a casa, l’ho divorato. Dentro c’è una donna con tanti io, l’uno contro l’altro armati, al punto che le poesie sono un noi. Prevale un erotismo di parola, poi appare l’etica. ISMI è un delizioso libretto di chi vuole capire, attraverso i versi, vita e morte, eros e thanatos”.

Esistono alcuni libri che non si possono riassumere neppure citando i loro versi. Sfuggono come animali vivi, infelici, appassionati. ISMI è uno di questi libri. Il lettore non è invitato a leggere ma a infuriarsi (“ti ritrovo in tutte le lingue/ e in tutte le lingue mi abbandono”), in un corpo a corpo erotico con una parola che sbuca da ogni punto, “mentre la voragine divora/ stride come ferocia e visibilio”. La lingua mistica e urticante, chiara e feroce, di Mirea Borgia (“resto, come restano le stelle/ cui si tace la fine già compiuta/ resto come fossi cosa viva/ che non ha più l’asprezza della vita/ resto come brusca luce senza luce/ resto) che ti persuade a vivere molti dèi, “musica di dio-din-don”, zuffa, tiritera, rabbia, spreco, “perché l’incompreso sia soltanto nostro”. Mirea Borgia vive uno stato di rivolta dell’io (“quando entri, espandi/ l’io dissolve e appare/ e il cielo si allontana da te”) e scardina le partiture previste: “metti caso il caos// biforme dismette i volti/ e redime i mondi”. Sa che, mentre la parola arriva, è soprassalto dell’eros che travolge la ragione e ricrea una forma nuova, sconvolta, dove ricondurre/ al punto iniziale, disossato, redivivo, il poeta.

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