
A volte chi scrive per decenni e tesse in poesie e racconti la trama coerente del proprio dolore vitale,incontra un libro – il suo libro – che non è solo l’ulteriore testimonianza della propria ossessione ma le riassume tutte in una forma efficace, risoluta, risolutiva, senza scampo: è il caso di Reticenze, di Mauro Germani (Fallone editore, Rende 2024). Germani proprio qui trova, senza reticenze, al massimo della trasparenza, lo stile veloce e severo dei libri migliori, un stile erede delle sospensioni reali e surreali di Buzzati, semplice e acuminato nella sua brevitas. Un nitido esempio ne è la short story che fa da incipit al volume, La verità (M.E.)
La verità
Forse era troppo tardi o forse troppo presto. In ogni caso fuori tempo. Fuori luogo. Fuori di me.
Preparai tutto come avevo programmato. Presi l’occorrente e lo sistemai un in angolo. Per alcuni giorni mi piaceva fissarlo, immobile. Ogni tanto chiudevo gli occhi, mi facevo sorprendere dal buio. Tremavo un poco e sorridevo. Sentivo che avrei avuto il privilegio di godermi tutta la verità. Poi venne il momento. Rilessi le poche righe che avevo scritto: “se cercate spiegazioni, seguitemi”. Lasciai il biglietto sul tavolo, in bella vista, appoggiato sul vaso da fiori.
Dopo aver fatto la doccia, mi vestii di tutto punto: camicia, giacca, cravatta. L’abito che avevo acquistato era perfetto. Accesi tutte le luci della casa e mi decisi. Non andò, però, come avevo previsto. Mio fratello, che aveva le chiavi dell’appartamento, mi trovò cianotico, ma ancora vivo, con la corda al collo.
Da quel giorno non ha più voluto lasciarmi solo e ha deciso di ospitarmi a casa, insieme a sua moglie. Io dormo sul divano-letto della sala. Non ho una stanza tutta per me, ma sono tranquillo. Loro mi trattano fin troppo bene, sono pieni di riguardi. Tutti dicono che mi sono ripreso, ed è proprio così. Non sono più nervoso come prima, non mi tremanao le mani. Quando ho soffocato nel sonno mio fratello e mia cognata sono stato proprio bravo. Non si sono dibattuti più di tanto perché prima li ho storditi con il cloroformio. È durato poco. Sono rimasto un pò a guardarli, convinto di avere agito bene. Per me e per loro.
Ora smetto di scrivere, mi lavo, mi vesto, mi pettino e vado a impiccarmi in salotto. Questa volta nessuno mi disturberà. La verità è mia.
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Mauro Germani (Milano, 1954). Nel 1988 fonda la rivista “margo” che dirige fino al 1992. In ambito critico pubblica L’attesa e l’ignoto. L’opera multiforme di Dino Buzzati (L’arcolaio, 2012), il saggio Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero (Zona, 2013), Margini della parola. Note di lettura di autori classici e contemporanei (La Vita felice, 2014). Parte della sua produzione poetica è compresa nella raccolta antologica Prima del sempre (puntoacapo, 2012). In ambito narrativo pubblica Storie di un’altra storia (Calibano, 2022) e Tra tempo e tempo (Readaction, 2022).
Gestisce il blog “in-certi confini”.

Mauro Germani
