PAROLE. Robert Walser

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Le parole che mi preparo a pronunciare qui hanno, al di là di se stesse, la loro volontà, sono più forti e potenti di me, credo che il loro desiderio sia quello di dormire, o che a loro non piaccia esistere come sono, quasi pensassero che coincidere con se stesse fosse insipido, e inutile risvegliarle, al mio “In piedi!” non reagiscono e dal canto mio, di sicuro, trovo che c’è tanto spirito quanta singolare bellezza nel trovarmi, per così dire, incapace di conoscere le mie stesse parole e non permettere che loro si conoscano, e poi, nell’attimo in cui avvicinarmi alla distesa pallida e accidentata, non desiderare riconoscermi per chi ero, al contrario trovo molto raffinato persuadermi che io ero un certo signore, un tal dei tali che si accorgeva del giorno solo l’indomani, quando era totalmente irraggiungibile…

*Questo testo è apparso in versione originale in: Robert Walser, Prosastücke, Surkamp, Francoforte 1985, che raccoglie i suoi “Microgrammi”; in traduzione francese per le edizioni Zoé (Genève) con il titolo Le territoire du crayon. Microgrammes, 2013.

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