Nanni Cagnone, Sans gêne, La Finestra Editrice, 2024.
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Con Nanni
Sans-gêne esprime la necessità di una empatia fra autore e lettore che resti misteriosa, forse impossibile. “Intero, solo il luogo della trasformazione”. Chi legge questo libro scopre una vertigine inconciliabile. “Quando la mente onirica decide di dir qualcosa all’altra, ecco mi sveglio”. Ogni risveglio coincide con una scrittura sonnambula, che esiste e non si concede. “Un’attività della risposta è rendere la qualunque domanda opaca, inconsolabile”. Leggere: abitare la lingua controtempo. “A volte penso con gratitudine all’antico divieto ebraico di dire ‘io sono’”. Certe pagine non invitano a pensare all’acqua: dicono la necessità del fuoco. “Ci sono persone per le quali il silenzio non è un dono, bensì un inquietante rumore di fondo”. Tacere. Per svelare. Ma a chi? “Cose che lacrime rimangono, e porte che si chiusero”. Mai siamo certi che un dialogo esista: forse, talvolta, una consonanza inespressa.
