Frammento di lettera di Girolamo Frescobaldi (1546).
…Signore, so che la mia ultima Toccata voi la trovate noiosa. Come darvi torto? La mia musica è una nota che suona e risuona dentro una stanza chiusa, che torna e ritorna uguale su se stessa, con minime variazioni, se uso il clavicembalo o se intono l’organo. Io non voglio uscire dalla stanza. Non voglio creare niente che non sia indefinito. La musica ha un solo scopo, che non è uno scopo: l’ipnosi. Voglio avvolgermi dentro il suono come dentro un mare d’autunno, senza vento, immune dalle tempeste. Il mare non ha da dire niente oltre che il suo identico, sordo, minimo suono. Perché cambiarlo? In nome di quale autorità logica e antimusicale trasformare la dolce ossessione della natura in un triste concetto filosofico?
Arrivederci, signore.

Girolamo Frescobaldi
