Upday, Scalpendi, Collana assemblaggi e sdoppiamenti, Milano, 2023

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«Upday, “Giorni in su”. Un testo scritto con un programma vocale di scrittura. Il tema: in vacanza, 24 ore, su un’isola greca. Due prospettive fisse sulla baia, in ordine cronologico, con montaggio successivo. Una scrittura oggettiva, dove il soggettivo è non poter registrare/scrivere tutto il possibile accaduto in quelle 24 ore. Il lettore osserva il rigore dei blocchi in prosa, disposti in ordine geometrico nella pagina. Le descrizioni di oggetti, di movimenti, di esseri umani, si susseguono con uno stile neutro, elencatorio, dove le risonanze sono ridotte al minimo. Sembra inutile cercare una direzione, un significato, a queste prose lisce e chiare. Qui la vita scorre da sé. L’autore guida il lettore in una camera bianca, anecoica, dove certe parole accadono. Il lettore ha il compito di accoglierle e di preservarle dalle interpretazioni, perché ogni interpretazione le tradirebbe. Nuovo nouveau roman? Nuova école du regard? Direi qualcosa di meno e di più: osservare la scrittura nel suo neutro registrare la realtà, tra parole greche, nomi di imbarcazioni, traffici costieri, profili di draghi, frinire di cicale. Ma il neutro non esiste. Upday ci appare come una parete di parole che solo casualmente sono quelle che compongono il libro, anche se il caso è predisposto con rigore. Alla fine il lettore è solo davanti a un enigma e vorrebbe rileggere il libro per arrivare a un senso, a un fondo. Ma qui “la profondità è la superficie”, direbbe Hugo von Hofmannsthal». (M.E.)
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Da Upday
Perimene è un’altra parola molto frequentata nelle conversazioni notturne, in spiaggia e al bar ristorante. Ciascuno trattiene il fiato all’arrivo di una piccola nave pirata che trasporta escursionisti della domenica negli angoli più remoti dell’isola raggiungibili solo via mare, si anima un saliscendi sul molo in una imbarcazione per il traffico costiero e si rischia una collisione con i giovani tuffatori e la grande terra immobile e taciturna resta sullo sfondo grigio, il suo colore attuale, in lontananza il solo visibile.
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Si osserva ancora con attenzione la grande terra di fronte e da alcune disomogeneità geomorfologiche si intravede la testa di un drago dormiente.

Luciano Neri
