LA MANO BRUCIATA. Jonny Costantino

Certi libri non sono testi saggistici ma irruzioni critiche, esplosioni di un pensiero teorico. La mano bruciata (Rubbettino, 2021) di Jonny Costantino è uno di questi libri. Da Marlene Dumas a Nicola Samorì, da Guido Ceronetti a Domenico Brancale, da Thomas Bernhard a Ingeborg Bachman, Costantino insegue l’ossessione di una frase di Flaubert contenuta in una lettera a Louise Colet: «Con la mano bruciata ho il diritto adesso di scrivere frasi sulla natura del fuoco». Se certi volumi di saggi indugiano nella minuziosa indagine di testi e di autori, qui è la frase di un autore, una frase visionaria come un frammento, a orientare/impennare un libro impaziente, nervoso, lucido, urticante, veloce, che non smette di sondare amicizie elettive, forsennate analogie. «Capisci, le mie lettere infiammate, i miei appelli infiammati, tutto il fuoco che ho messo su carta, con la mano bruciata – tutto questo temo che che potrebbe ridurmi a un pezzo di carta carbonizzato» scrive in modo oracolare Bachmann, che morrà arsa viva nell’incendio della sua casa romana. Ma qui tutti gli autori sono “arsi vivi”, in un concetto di vitarte che spinge il destino alla sua imperiosità e l’opera alla sua implacabilità. Il genio comico di Bernhard, la luttuosa ironia di Ceronetti, la visionarietà di Mattotti, la tenebra di Lispector, la potenza di Bolaño, sono tutte fiamme che, come un semicerchio di anime perturbate, legano per fasci di densità questo libro che al lettore non chiede di essere letto ma di essere invaso con voracità, frammento dopo frammento, alla ricerca di correspondances e di soprassalti. Da Mal di fuoco a La mano bruciata Costantino, non solo scrittore ma filmaker, insegue un’arte ancora romantica e perturbante, che vuole accordare le strategie del pensiero e la potenza della visione. “Questo è il libro di uno che vive in modo da non tradire la scrittura e scrive in modo da non tradire la vita… Questo libro è il mio cuore messo a nudo per interposti artisti“.

Qui, di seguito, alcuni frammenti da La mano bruciata, di cui torneremo a scrivere e a parlare.

(M.E.)

Ingeborg Bachmann

Rompere il ghiaccio

Cerca l’uomo dentro le parole. Stana l’uomo distillato in forma di parole. Saggia l’uomo frantumato e sparpagliato fra le parole. Tastalo, tastami. Non schifarti se a un tratto ti ritrovi con le dita nella ferita. Questo libro è un appuntamento al buio.

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Thomas Bernhard e lo sfacelo

Memori della lezione bachiana e gouldiana (ma potremmo dire al buon ascoltator, con una parola soltanto gouldberghiana), le variazioni di Bernhard funzionano come un sistema di imbuti. Lucidamente delirante, contrappuntisticamente debordante, ogni blocco di prosa tende a restringersi verso una sintesi di estrema perentorietà e da lì confluisce nel blocco successivo, senza soluzione di continuità.

Thomas Bernhard

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Gustave Flaubert e Ingeborg Bachmann

Senza ferita non c’è fuoco nello stile. Ma possiamo serenamente dire che senza ferita non c’è vitarte né autentico stile. Se il ronron del mondo c’andasse bene così com’è, se non fossimo feriti così a fondo da sanguinare al semplice udire la solita solfa, se non sentissimo il bisogno di medicarci l’aria con una musica che non c’è, a cosa cavolo servirebbe crearsi uno stile, ricrearsi uno stile?… Flaubert è un uomo a stile come un’automobile è a benzina o a metano… Ma lo stile, a questi livelli di stile, più che il carburante è il motore. Lo stile è l’uomo. Lo stile è la ferita. Lo stile è l’uomo ferito. Lo stile è l’uomo stilettato dalla vitarte. Lo stile è la musica della ferita.

Flaubert écrivain brûlé si distanzia dall’ideale romantico dello scrittore che scrive in stato di deliquio per per maturare un’idea di scrittore che mette mano al testo come un chirurgo manipola il corpo da operare. A un chirurgo che armeggia con i nostri organi interni chiediamo, per prima cosa, la mano ferma. Non frega niente a nessuno di quello che uno scrittore sente quando scrive. A fare differenza è cosa egli possieda la forza di far sentire. La mano bruciata è una prova: la prova della cognizione del fuoco, la prova della sopravvivenza al fuoco. Di questa prova, tuttavia, ce ne facciamo ben poco se la mano bruciata non è al contempo un mezzo efficace, oltre che legittimo: il mezzo di governo della fiamma.

Gustave Flaubert

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Domenico Brancale e l’amore

Scavando nei propri giacimenti sonoriferi in cerca del verso impossibile, il poeta estrae una musicalità stridente, incerta quanto l’umano che versifica, una musicalità compressa in schegge dissonanti attraverso cui qualcosa echeggia e canta…

La poesia di Domenico Brancale è malata di vertigine e nutrita di schianto.

Domenico Brancale

Jonny Costantino (Catanzaro, 1976), scrittore e cineasta. Ttra I suoi libri: Mal di fuoco (2016), Un uomo con la guerra dentro. Vita disastrata ed epica di Sterling Hayden: navigatore attore traditore scrittore artista alcolista (2020). Tra i film realizzati con Fabio Badolato: Le Corbusier in Calabria (2009), Il firmamento (2012), La lucina (2018), Sbundo (2020).

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