
Io
Io mi soppeso nei lunghi silenzi del mare.
so pesare la tristezza con le gioie,
ma fare le tare non ricordo più.
Mi riconosco a volte in un’immagine che piace,
ma spesso pesa più quella me così
ostinatamente grigia che la luce l’ha
ingoiata l’asfalto.
Sono di sabbia e sfinita
continuo a passare nella strettoia
per riallargarmi e capovolgermi ancora.
***
Treni di note
rincorrono l’orecchio
accalcandosi dolci
sul tappeto
ornano l’antico
ritratto del mare
sul portico stellato della sera.
***
Ti ricordi quando tutto si faceva lucente?
Quando il dolce dormire dei corpi vicini,
era una scusa per stare svegli a spiare?
Spiare la vita dell’altro: il suo mistero.
Ti ricordi più indietro nel tempo?
facevi lo stesso per farti cullare,
uno scherzo una carezza,
spiare l’amore materno
con occhi fintamente assopiti,
un quasi buio per non strabordare d’amore.
***
Dal vaso turchese mi giungono inviti,
c’è festa là dentro colori antichi
ricordi di avi che proteggono il gioco,
viti, tre conchiglie, una puntina blu,
se guardo meglio mi tiro su.
C’è musica note spartiti vestiti da sera,
una borsetta trapunta, una vecchia bandiera,
Sulle righe confuse rimando parole,
poi inizio ad estrarre cotone, di mille tinte
violette un po’ spente, lo estraggo dal vaso lo
lancio per aria, mi muovo da un batuffolo all’altro
mi espando fluttuando giro così per qualche
settimana ed infine ripongo la lana.
***
Un bagliore improvviso
alla mente un attimo
ti accende,
verdi di stoffe e broccati,
compaiono i tuoi antenati,
con grande maestria
cambi stoffa al sipario,
un altro bagliore
e compare un mare stellato
con grandi orli
di sabbia a lato.
Piccole pietruzze pregiate
decorano la notte.
Ti addormenti mentre
il tempo tesserà un mattino nuovo.
***
Bontà della vecchia
comune indifferenza
tutto è così sempre
senza toni che ne
invento una nuova,
indifferenza al sesso,
al vento, al rumore
alla paura,
così non si rischia,
poco entusiasmo
molta incertezza
siedo a gambe incrociate
stufa – aspetto che passi.
***
L’equilibrio fresco
della sera
ci annaffia di calde
parole.
Sorrisi ampliati dal blu
si rispecchiano
nel ricordo dei prati.
Un gabbiano osserva
il mare, ma che cosa è
per lui un prato?

