IL SANGUE CHE VA VIA

Il dipinto prende la forma di ciò in cui ero coinvolto.

Mark Rothko

**

L’ordine del cosmo

violato.

E Praga, dai tetti d’oro?

Ricordo erba su un prato, il giardiniere la falcia lento,

nessuna legge spiega nulla

nodi sciolgono e stringono attraggono e disperdono.

La materia potrebbe non avere corpi:

essere solo ponte fra cristallo e fumo.

Spia è il colore.

Il colore il segreto da salvare.

Ogni chiave segna una nuova porta.

Chiamo Medea un profilo rosso,

Oreste un cerchio nero.

Collere e pianti: un giallo senza ritorno.

Tutto presente. Nessuna ruga.

Il tempo: radice di forme.

Guardo paesaggi e figure, pronti finalmente

a sparire.

Nessun punto da cui partire,

nessun porto dove prevedere approdi.

L’ombra non è l’opposto della luce.

La tenebra non cancella l’oggetto.

Tutto è presente. Io non dipingo,

sono dentro la cosa, ne spremo

colore. La cosa si scheggia, sparisce,

ritorna. Nessuna sapienza

la sazia.

Dai vortici stalattiti, dalle macchie

cristalli. Diventare immobili:

puro quadrato bianco.

Semplifico segni, cancello presenze.

No alle vie del mondo, ai corpi in cammino.

Concentrare forme, colori. Non esco più dallo studio.

Dovrei?

Torno alla sorgente. La tela di un solo colore:

il grigio. Quella, la soglia

grande. Quella che tutti possono vedere,

nessuno varcare.

Ora sono puro, senza più peso. Ma può, il mio corpo,

diventare grigio?

Se lo svuoto.

Prepararlo

alla morte, giù, nel garage.

Il sangue che va via.

Io, accanto alla tela, opaca cosa.

Io. Lei. La fine. Avverrà.

**

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...