Poesie 1991-2007, acquerelli dell’autrice
I testi sono tratti da: La furia di quel piccolo niente, I libri dell’Arca, Joker, 2013.

**
Sembra ci sia battaglia
tra i rami e la schiuma,
ma è solo un gioco a cui assiste
il dio che custodisce i confini.
Paul Klee
**
Io
Io mi soppeso nei lunghi silenzi del mare.
so pesare la tristezza con le gioie,
ma fare le tare non ricordo più.
Mi riconosco a volte in un’immagine che piace,
ma spesso pesa più quella me così
ostinatamente grigia che la luce l’ha
ingoiata l’asfalto.
Sono di sabbia e sfinita
continuo a passare nella strettoia
per riallargarmi e capovolgermi ancora.
*
Treni di note
rincorrono l’orecchio
accalcandosi dolci
sul tappeto
ornano l’antico
ritratto del mare
sul portico stellato della sera.
*
Ti ricordi quando tutto si faceva lucente?
Quando il dolce dormire dei corpi vicini,
era una scusa per stare svegli a spiare?
Spiare la vita dell’altro: il suo mistero.
Ti ricordi più indietro nel tempo?
facevi lo stesso per farti cullare,
uno scherzo una carezza,
spiare l’amore materno
con occhi fintamente assopiti,
un quasi buio per non strabordare d’amore.
*
Dal vaso turchese mi giungono inviti,
c’è festa là dentro colori antichi
ricordi di avi che proteggono il gioco,
viti, tre conchiglie, una puntina blu,
se guardo meglio mi tiro su.
C’è musica note spartiti vestiti da sera,
una borsetta trapunta, una vecchia bandiera,
Sulle righe confuse rimando parole,
poi inizio ad estrarre cotone, di mille tinte
violette un po’ spente, lo estraggo dal vaso lo
lancio per aria, mi muovo da un batuffolo all’altro
mi espando fluttuando giro così per qualche
settimana ed infine ripongo la lana.
*
Un bagliore improvviso
alla mente un attimo
ti accende,
verdi di stoffe e broccati,
compaiono i tuoi antenati,
con grande maestria
cambi stoffa al sipario,
un altro bagliore
e compare un mare stellato
con grandi orli
di sabbia a lato.
Piccole pietruzze pregiate
decorano la notte.
Ti addormenti mentre
il tempo tesserà un mattino nuovo.
*
Bontà della vecchia
comune indifferenza
tutto è così sempre
senza toni che ne
invento una nuova,
indifferenza al sesso,
al vento, al rumore
alla paura,
così non si rischia,
poco entusiasmo
molta incertezza
siedo a gambe incrociate
stufa – aspetto che passi.
*
L’equilibrio fresco
della sera
ci annaffia di calde
parole.
Sorrisi ampliati dal blu
si rispecchiano
nel ricordo dei prati.
Un gabbiano osserva
il mare, ma che cosa è
per lui un prato?
*
Entri,
il compagno di una vita,
ti scaldi al mio sole,
ti siedi con le spalle al mare,
mi guardi, parli.
Il profumo di te
si fa strada,
allungo il mio sguardo,
ti assaporo la spalla,
il tuo baffo accarezza
il mio collo, decollo.
*
Te vorrei
nel rumore di un gabbiano,
nel quieto suono dell’onda
te vorrei,
nello stupido silenzio
di una vana parola,
nell’euforia del vecchio
riso esagerato.
Ti penso al calore di una stufa
e già illanguidisco dentro.
Ti penso ed il tuo viso svapora
mi rifaccio suora,
se ti vedo ti taccio ti schiaccio
con un colpo di straccio.
*
Legati da indiscussi
fili di ferro gli amanti
si credevano liberi.
La ruggine ancora minava
le strutture ed imperterriti
loro si amavano.
Con occhi che sembravano vivi
li vidi baciarsi,
poi qualcuno strappò
il velo e caddero,
uno di qua, uno di là,
a bocca aperta
separati per sempre.
**

**
Lucchetto
Triste triste triste
mi accuccio
in un canto,
mi sciolgo
in pianto,
sogno perfetto
questa notte,
compravo un lucchetto.
Chiusura, paura,
un’amica cara
mi apro all’affetto,
cosa serve il lucchetto?
*
Matita
Andava masticando matite,
ti stupisci?
Le punte ai due lati?
io, assassino di ma…..
te, io mai.
*
Bluff
Immersa nel lieve
rumore della sera,
adocchio ronzii
nel mio cuore.
Il corpo tace,
un po’ sordo
al sapore del mare.
Mi dichiaro azzurra,
ma bluffo e piango.
*
… e apparve un numero
inossidabile, qualche 5
qualche 2, una virgola:
il nostro conto in banca
reale, di una logica inaccettabile
come solo i numeri sanno avere.
Parole imbavagliavano
emozioni, la realtà di oggi
è così labile
da sembrare assoluta.
Ritagliavo un sorriso
nella completa ignoranza,
è tanto, è poco, è medio?
Mi ami per questo
valgo poco a contare.
*
Scricchiola il letto:
era innato quel senso di tempo.
Sei anni prima il legno
conteneva già il rumore
che sento ora:
inverosimile pausa di desiderio,
perché ci sei tu dentro.
*
Retro
Sono stanca,
stanca di
guardarmi
vivere
vorrei essere me.
Così
si è addormentata
per quattro miglia
di secoli fu poi
di ritorno in
uno spazio più mite,
lei si accordò
con la tenue luce
dell’alba e quel
mattino tranquillo
non la tradì
respirando ancora il
suo cielo in tutto
lo splendore ufficiale.

Serena Olivari (1952-2010), pittrice. Tra le mostre personali: I guardiani delle porte, I tappeti, Sweet home, I Giardini, Sai quella città laggiù a sinistra del deserto? Ultime opere. Tra le mostre collettive: Nodi d’artista,, Rosa rose, Arte in ostaggio, Submarine, Grigi-ori,, I taccuini. Ha pubblicato acquerelli su riviste, tra cui “il Cobold” e “Lettera”, e per la plaquette di Lucetta Frisa, Gatta senza lacrime (edizioni Pulcinoelefante, 2003). Come poeta ha pubblicato Seduta dove non sono (Edizioni S. Marco dei Giustiniani, Genova, 2007).