I testi sono tratti da: Massimiliano Damaggio, Io scrivo nella tua lingua. Una sfavola, con nota critica di Mia Lecomte e traduzione in greco di Giorgia Karvunaki, collana di poesia “rossocorpolingua” diretta da Cetta Petrollo, Edizioni Zona

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declivio
io scrivo nella tua lingua
in questo verbo che declina, prima
di cadere
ascolto la collina
gonfiarsi in una nube
quando cane e bambino
in tragitti controvento
si rifugiano sotto l’albero
come in una casa
fra silenzi di foglie
e acqua appare mossa
da frequenze imprecise
adesso che da molto tempo
tutto questo vuoto
è tuo
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memoria olfattiva
per molte notti ho dormito abbracciato al tuo maglione
fino a quando il tuo odore se n’è andato
ho letto da qualche parte che la memoria olfattiva
è la più dura a morire
e che rifiorisce
all’improvviso, e non ti avverte
sarà per questo che stamattina
il barista ha posato sul bancone
due tazzine di caffè
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nel mondo delle parole non ci sono morti improvvise
ma io ho visto un vento, fermo alle radici
di un bambino
e della sua spada di legno
questo vento è un vento
vero,e la tua arma
è poca
ma mentre scendiamo insieme il sentiero della notte
sei tu che mi fai strada
con una lucciola sul palmo della mano
a volte vorrei toccarti, ma poi non posso
e allora scrivo un luogo dove puoi correre e giocare
insieme ad altri segni come albero,
torrente
mentre ancora fai finta di volare
e cadi
termine in disuso
ogni giorno un po’ più bianco
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non c’è lacrima che non scavi un solco,
una traccia indelebile di solitudine,
quando il dolore irrompe con la forza di un grido
nella purezza di una pagina priva di memorie
Francesco Marotta
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Se è vero che l’intimità, in poesia, a volte è un mediocre raccontarsi senza trasfigurazioni, questo non è il caso di Massimiliano Damaggio. Nel suo ultimo libro, Io scrivo nella tua lingua, il poeta rende la parola intima, la fa sua come se non fosse possibile una soluzione diversa da quella che gli dettano le sue parole. Scrivendo cerca la sintassi esatta che fa dei suoi versi cristalli. Poesia, la sua, che sale semplice dal foglio, ma dove la semplicità è sottile lavoro di elisioni, stupori, allusioni, echi, traduzioni: una sfavola moderna di emozioni reali in lingue diverse.(M.E.)
Io scrivo nella tua tua lingua è il verso scelto da Massimiliano Damaggio per intitolare la raccolta. Perché la rifrazione dei richiami è amplificata e sorretta proprio dalle sponde vive delle lingue, che offrono il fianco a ogni risonanza verbale e musicale. Damaggio è infatti traduttore di poesia dal portoghese, soprattutto – profondi sono i suoi legami con la poesia brasiliana – e dal greco. E la relazione tra il bambino e l’adulto di questa raccolta è costituita da un tessuto di lingue poetiche sempre al confine di se stesse, prima di trascolorare in altro.
(Dalla postfazione di Mia Lecomte)
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Massimiliano Damaggio vive in Grecia. Ultime pubblicazioni: Poesia come pietra (2011); Edifici pericolanti (2017); Ceux qui prennent un cafè face à la mer (Francia, 2017);; Paulo Leminski, Distratti viinceremo (traduzione, 2022).
