DOVE HO SBAGLIATO? Carlo Luigi Romano

Carlo Luigi Romano

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Breviario provvisorio di fede nelle apparizioni: Eccomi!

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Sono caduto dalle nuvole col paracadute, mi sono arrampicato sugli specchi con le ventose e ho appena bevuto l’amaro calice zuccherando abbondantemente il caffè.

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La gente non mi piace ma vanto amicizie nel genere umano.

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Prendendo le cose con filosofia le capirò?

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Mi sono riciclato come personaggio di fantasia così da poter immaginare la realtà.

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Sto cercando di fissare sulla carta gli errori commessi in modo da poterli ripetere tali e quali in futuro.

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La crisi mi ha fatto precipitare al di sotto delle mie ordinarie impossibilità.

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Mi mancano i mezzi per giustificare una fine. Per adesso continuo.

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Cerco di ridere per fare rima con vivere.

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Mi sono limitato a dare soltanto un’occhiata alla civiltà, c’è troppo da imparare.

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Mi basterà un caffè con panna montata per sedere al tavolino della pace.

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Io sono questo. Dove ho sbagliato?

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Mi ritrovo sempre fra i piedi e non mi do nemmeno una mano.

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La prima cosa che mi è venuta in mente mi ha esaurito e l’ho dimenticata.

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Esito a prenderla come una buona notizia, sembra tuttavia che Dio sia intenzionato a credere che esisto.

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Posso anche essere al di là del bene ma non del malessere.

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Ho ragione di non credere nella ragione. Me ne farò una ragione.

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Perché puntare al futuro quando non ho ancora riempito del tutto il passato?

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Devo stare in guardia con gli amici, qualcuno di loro potrebbe anche esserlo.

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Ho il dispiacere di non essere riuscito a fare grandi cose ma ho anche provato la soddisfazione di disfarle.

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Pinot Gallizio

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Carlo Romano è una singolare figura di intellettuale eclettico e marginale, un petit maîtreobscur che ha fatto del disadattamento un’estetica in cui convergono Huysmans e la scapigliatura, il radicalismo e l’avanspettacolo, Fluxus e il Conte Mascetti, l’underground e il dandismo,  il libertarismo americano e il Marchese de Sade, il blues e il trallalero, le droghe e i bignè. Una struggente idea della Liguria su tutto il resto. Penso di poter affermare che ha fatto dei libri la sua passione assoluta, con evidenti sconfinamenti in una vera e propria perversione cartacea (e oggi non solo cartacea). La libreria Il Sileno di Galleria Mazzini a Genova, alla quale si dedicò col fratello Mario, è stata un luogo di elezione per almeno un paio di generazioni di intellettuali (nonché di sbandati) genovesi e la sua biblioteca (oltre trentamila volumi che da poco hanno trovato sede presso la Fondazione De Ferrari) può essere forse considerata la sua più importante “opera” di artista (segreto). Oggi vive a Uscio, il paese da cui proviene la famiglia paterna, legge (onnivoramente, come sempre), scrive (è collaboratore delle pagine culturali del Secolo XIX) e cura un sito internet La biblioteca dell’egoista che è lo specchio fedele della varietà dei suoi interessi culturali (Giuliano Galletta).  

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