
Carlo Luigi Romano
**
Breviario provvisorio di fede nelle apparizioni: Eccomi!
*
Sono caduto dalle nuvole col paracadute, mi sono arrampicato sugli specchi con le ventose e ho appena bevuto l’amaro calice zuccherando abbondantemente il caffè.
*
La gente non mi piace ma vanto amicizie nel genere umano.
*
Prendendo le cose con filosofia le capirò?
*
Mi sono riciclato come personaggio di fantasia così da poter immaginare la realtà.
*
Sto cercando di fissare sulla carta gli errori commessi in modo da poterli ripetere tali e quali in futuro.
*
La crisi mi ha fatto precipitare al di sotto delle mie ordinarie impossibilità.
*
Mi mancano i mezzi per giustificare una fine. Per adesso continuo.
*
Cerco di ridere per fare rima con vivere.
*
Mi sono limitato a dare soltanto un’occhiata alla civiltà, c’è troppo da imparare.
*
Mi basterà un caffè con panna montata per sedere al tavolino della pace.
*
Io sono questo. Dove ho sbagliato?
*
Mi ritrovo sempre fra i piedi e non mi do nemmeno una mano.
*
La prima cosa che mi è venuta in mente mi ha esaurito e l’ho dimenticata.
*
Esito a prenderla come una buona notizia, sembra tuttavia che Dio sia intenzionato a credere che esisto.
*
Posso anche essere al di là del bene ma non del malessere.
*
Ho ragione di non credere nella ragione. Me ne farò una ragione.
*
Perché puntare al futuro quando non ho ancora riempito del tutto il passato?
*
Devo stare in guardia con gli amici, qualcuno di loro potrebbe anche esserlo.
*
Ho il dispiacere di non essere riuscito a fare grandi cose ma ho anche provato la soddisfazione di disfarle.
**

Pinot Gallizio
**
Carlo Romano è una singolare figura di intellettuale eclettico e marginale, un petit maîtreobscur che ha fatto del disadattamento un’estetica in cui convergono Huysmans e la scapigliatura, il radicalismo e l’avanspettacolo, Fluxus e il Conte Mascetti, l’underground e il dandismo, il libertarismo americano e il Marchese de Sade, il blues e il trallalero, le droghe e i bignè. Una struggente idea della Liguria su tutto il resto. Penso di poter affermare che ha fatto dei libri la sua passione assoluta, con evidenti sconfinamenti in una vera e propria perversione cartacea (e oggi non solo cartacea). La libreria Il Sileno di Galleria Mazzini a Genova, alla quale si dedicò col fratello Mario, è stata un luogo di elezione per almeno un paio di generazioni di intellettuali (nonché di sbandati) genovesi e la sua biblioteca (oltre trentamila volumi che da poco hanno trovato sede presso la Fondazione De Ferrari) può essere forse considerata la sua più importante “opera” di artista (segreto). Oggi vive a Uscio, il paese da cui proviene la famiglia paterna, legge (onnivoramente, come sempre), scrive (è collaboratore delle pagine culturali del Secolo XIX) e cura un sito internet La biblioteca dell’egoista che è lo specchio fedele della varietà dei suoi interessi culturali (Giuliano Galletta).