EL DORADO. Giorgio Mobili

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IL LUNGO INVERNO

C’è un taglio nuovo nella luce

non te lo aspetti dalla vecchia tenda

sfreghiamo gli occhi ma i nomi

non sono gli stessi, non sono

più per noi. E l’ombra

insabbia il sognatore, e già nere

le schiene…

Brucia il mondo intero

questa sera

ma senza far rumore: il mare

ricomporrà le cifre del miraggio

la strada che credemmo

stella…

La carta per le nuove sponde

identica ad ogni passaggio

l’insegna con la V scomparsa

il brivido che vive solo

sulla costa.

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EL DORADO

Il sonno spezzato tra di noi

se lo inghiottono i palazzi di vetro

indifferenti al metro

e alle ragioni per cui

ci dissanguammo all’El Dorado Café…

Quante cose da farsi

e il pulpito a pochi centimetri

dal giro di boa:

ma stretto sotto il neon

imperturbabile, il varco

si richiudeva ancora prima di aprirsi…

Nel tempo che ci resta

scintilleranno altre opportunità

e viste dorate

ma ogni notte bianca

il vento fischierà su quelle

abbandonate.

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IL RITMO DEI PENSIERI

Ti sei mai chiesto cosa sia

che dal Portico dei Morti

accampa flebili diritti

come se ricordasse intatti, a ruota

gli echi del gioco?

Oggi c’è un’aria che s’incaglia

perché al vaglio di assonnate telecamere

siamo già in Missouri –

con troppi auguri

e nove lune da ammazzare…

Nessuno decifrava

la farragine del rientro:

straniero in casa ripulendo il viso

scaldandomi le dita al fuoco lento

che divorerà

la tua corsa sulla terra

(ma qual è il ritmo dei pensieri

quando ogni tappa manca

in fretta la misura

e lo spavento galoppa sul mare?)

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CITY

Dopo la collisione, mi stendo

i fasci dei fari ti annunciano

mi stringi la mano

e con l’altra, ruffiano

attivi i tamtam periferici.

Rientrato il viandante

il cerchio si chiude, ma cresce

una nuova inquietudine:

la cinta del cielo

ha un colore straniero

(o per l’ora stentiamo

a riconoscerla…)

E un filo di brezza accompagna

quell’ultima voce lontana:

posso impazzire oppure farmi le ossa

ascoltando.

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MACCARESE BEACH

Sia benvenuto l’ultimo rimesto

di famuli e padroni

che anche i castrati mimano il vocione

da dietro i paraventi

lacrimogeni…

E mentre aspetti che il roveto bruci

c’è chi per due soldi scalderà i tuoi crucci

sotto il telo

di Maccarese Beach.

Davanti al dito alzato ci arrangiamo

pronti senza pudore

a perdere i sensi, a finire in tivù

all’alba già in ghingheri

per la posterità:

è il grand guignol delle cause al vento

ma non è detto che si diano tutte

appuntamento

proprio qui.

Sogniamo il paradiso di Tahiti

o su una palla d’obice

di sorvolare il souk a Marrakech.

Ci attrae l’immunità divina

di Hammamet…

Ammiccano gli angeli

dalla costa Smeralda, ma il piede

obbedisce al baleno bastardo

sull’eternit

di Maccarese Beach.

Ogni promessa è stata mantenuta

e anche tu saresti in salvo

se il lembo non si fosse sbrindellato:

ora lascia che il sole ciociaro

ti scaldi le ossa…

Si appisola lo spettro di Pier Paolo

sui campi d’oro dietro l’aeroporto

togli la cera, Ulisse:

non canta più nessuno.

Ci ingegnavamo a sostenere tutto

pur mancandoci il fiato

per sviscerarlo a freddo, sotto un melo:

la spiaggia (asserivi contento)

ha una logica in cielo…

Venimmo armati per bruciare i ponti

finimmo ad un revival dei Bisonti

giù alla stazione

di Maccarese Beach.

Ci siamo addormentati sulla sponda

nel mezzo di uno screzio

su come adoperare ciò che resta:

viene l’ora di usare le forbici

di imporre il silenzio…

Mortificato, pigro o impenitente

sai che la somma tornerà ugualmente

senza tanti ritocchi

per la dignità.

Giungemmo a meta su un binario morto

con l’ultima consegna

e un indirizzo cieco sul polsino:

alla fine del mondo

eccoci on the road again

Dal solco duro delle offerte al mukhtàr

dal lungo addio di Sunset Boulevard

prendi l’uscita

per Maccarese Beach.

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NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Giorgio Mobili (Milano, 1973) è un poeta, traduttore e critico letterario italiano. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1999, insegna da anni alla California State University di Fresno, dove risiede. È autore di vari saggi e dello studio Irritable Bodies and Postmodern Subjects in Pynchon, Puig, Volponi (Peter Lang, 2008). La sua poesia è apparsa in svariate riviste letterarie (tra cui L’immaginazione, Poesia, Steve, Gradiva, La Clessidra, Fili d’aquilone) e nell’antologia bilingue Poets of the Italian Diaspora (a cura di Joseph Perricone e Luigi Bonaffini, Fordham UP, 2013). Ha pubblicato sei raccolte poetiche: Penelope su Sunset Boulevard (Manni, 2010), Planet Maruschka (La Vita Felice, 2013), Waterloo riconquistata (Puntoacapo, 2014), Miracoli ed effetti (Pèquod, 2016), Dimenticare un Hotel (Puntoacapo, 2020) e Missori/Missouri (Fili d’aquilone, 2023). Al 2013 risale la sua prima raccolta in lingua spagnola, Última salida a Ventura (Mago Editores, Santiago, Cile). Nel 2021 esce Sunken Boulevards (Fomite Press) il suo primo libro di poesia in lingua inglese e fotografia. Ha tradotto in italiano i poeti Narlan Matos (La provincia oscura, Fili, 2016), Christopher Merrill (Necessità, Fili, 2017) e Carmen Berenguer (Orme di secolo, Fili, 2021). Ha tradotto in inglese il poeta Luigi Fontanella (Adolescence and Night, Fomite Press, 2020), e il filosofo Massimo Cacciari (Essays on Dante, SUNY, 2022).

Giorgio Mobili

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Le poesie del libro sono pubblicate in Missori/Missouri, Edizioni Fili d’Aquilone, 2023.

Le fotografie sono inedite..

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