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IL LUNGO INVERNO
C’è un taglio nuovo nella luce
non te lo aspetti dalla vecchia tenda
sfreghiamo gli occhi ma i nomi
non sono gli stessi, non sono
più per noi. E l’ombra
insabbia il sognatore, e già nere
le schiene…
Brucia il mondo intero
questa sera
ma senza far rumore: il mare
ricomporrà le cifre del miraggio
la strada che credemmo
stella…
La carta per le nuove sponde
identica ad ogni passaggio
l’insegna con la V scomparsa
il brivido che vive solo
sulla costa.
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EL DORADO
Il sonno spezzato tra di noi
se lo inghiottono i palazzi di vetro
indifferenti al metro
e alle ragioni per cui
ci dissanguammo all’El Dorado Café…
Quante cose da farsi
e il pulpito a pochi centimetri
dal giro di boa:
ma stretto sotto il neon
imperturbabile, il varco
si richiudeva ancora prima di aprirsi…
Nel tempo che ci resta
scintilleranno altre opportunità
e viste dorate
ma ogni notte bianca
il vento fischierà su quelle
abbandonate.
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IL RITMO DEI PENSIERI
Ti sei mai chiesto cosa sia
che dal Portico dei Morti
accampa flebili diritti
come se ricordasse intatti, a ruota
gli echi del gioco?
Oggi c’è un’aria che s’incaglia
perché al vaglio di assonnate telecamere
siamo già in Missouri –
con troppi auguri
e nove lune da ammazzare…
Nessuno decifrava
la farragine del rientro:
straniero in casa ripulendo il viso
scaldandomi le dita al fuoco lento
che divorerà
la tua corsa sulla terra
(ma qual è il ritmo dei pensieri
quando ogni tappa manca
in fretta la misura
e lo spavento galoppa sul mare?)
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CITY
Dopo la collisione, mi stendo
i fasci dei fari ti annunciano
mi stringi la mano
e con l’altra, ruffiano
attivi i tamtam periferici.
Rientrato il viandante
il cerchio si chiude, ma cresce
una nuova inquietudine:
la cinta del cielo
ha un colore straniero
(o per l’ora stentiamo
a riconoscerla…)
E un filo di brezza accompagna
quell’ultima voce lontana:
posso impazzire oppure farmi le ossa
ascoltando.
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MACCARESE BEACH
Sia benvenuto l’ultimo rimesto
di famuli e padroni
che anche i castrati mimano il vocione
da dietro i paraventi
lacrimogeni…
E mentre aspetti che il roveto bruci
c’è chi per due soldi scalderà i tuoi crucci
sotto il telo
di Maccarese Beach.
Davanti al dito alzato ci arrangiamo
pronti senza pudore
a perdere i sensi, a finire in tivù
all’alba già in ghingheri
per la posterità:
è il grand guignol delle cause al vento
ma non è detto che si diano tutte
appuntamento
proprio qui.
Sogniamo il paradiso di Tahiti
o su una palla d’obice
di sorvolare il souk a Marrakech.
Ci attrae l’immunità divina
di Hammamet…
Ammiccano gli angeli
dalla costa Smeralda, ma il piede
obbedisce al baleno bastardo
sull’eternit
di Maccarese Beach.
Ogni promessa è stata mantenuta
e anche tu saresti in salvo
se il lembo non si fosse sbrindellato:
ora lascia che il sole ciociaro
ti scaldi le ossa…
Si appisola lo spettro di Pier Paolo
sui campi d’oro dietro l’aeroporto
togli la cera, Ulisse:
non canta più nessuno.
Ci ingegnavamo a sostenere tutto
pur mancandoci il fiato
per sviscerarlo a freddo, sotto un melo:
la spiaggia (asserivi contento)
ha una logica in cielo…
Venimmo armati per bruciare i ponti
finimmo ad un revival dei Bisonti
giù alla stazione
di Maccarese Beach.
Ci siamo addormentati sulla sponda
nel mezzo di uno screzio
su come adoperare ciò che resta:
viene l’ora di usare le forbici
di imporre il silenzio…
Mortificato, pigro o impenitente
sai che la somma tornerà ugualmente
senza tanti ritocchi
per la dignità.
Giungemmo a meta su un binario morto
con l’ultima consegna
e un indirizzo cieco sul polsino:
alla fine del mondo
eccoci on the road again…
Dal solco duro delle offerte al mukhtàr
dal lungo addio di Sunset Boulevard
prendi l’uscita
per Maccarese Beach.
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NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
Giorgio Mobili (Milano, 1973) è un poeta, traduttore e critico letterario italiano. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1999, insegna da anni alla California State University di Fresno, dove risiede. È autore di vari saggi e dello studio Irritable Bodies and Postmodern Subjects in Pynchon, Puig, Volponi (Peter Lang, 2008). La sua poesia è apparsa in svariate riviste letterarie (tra cui L’immaginazione, Poesia, Steve, Gradiva, La Clessidra, Fili d’aquilone) e nell’antologia bilingue Poets of the Italian Diaspora (a cura di Joseph Perricone e Luigi Bonaffini, Fordham UP, 2013). Ha pubblicato sei raccolte poetiche: Penelope su Sunset Boulevard (Manni, 2010), Planet Maruschka (La Vita Felice, 2013), Waterloo riconquistata (Puntoacapo, 2014), Miracoli ed effetti (Pèquod, 2016), Dimenticare un Hotel (Puntoacapo, 2020) e Missori/Missouri (Fili d’aquilone, 2023). Al 2013 risale la sua prima raccolta in lingua spagnola, Última salida a Ventura (Mago Editores, Santiago, Cile). Nel 2021 esce Sunken Boulevards (Fomite Press) il suo primo libro di poesia in lingua inglese e fotografia. Ha tradotto in italiano i poeti Narlan Matos (La provincia oscura, Fili, 2016), Christopher Merrill (Necessità, Fili, 2017) e Carmen Berenguer (Orme di secolo, Fili, 2021). Ha tradotto in inglese il poeta Luigi Fontanella (Adolescence and Night, Fomite Press, 2020), e il filosofo Massimo Cacciari (Essays on Dante, SUNY, 2022).

Giorgio Mobili
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Le poesie del libro sono pubblicate in Missori/Missouri, Edizioni Fili d’Aquilone, 2023.
Le fotografie sono inedite..
