PER KARL BRAND. Nicolas Urzidil

Il testo è tratto da: Nicolas Urzidil, Di qui passa Kafka, Adelphi, Milano 2002.

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Nei suoi Colloqui con Kafka Gustav Janouch riporta una breve conversazione a proposito di Brand, la quale deve essersi svolta nel corso dell’autunno 1921. Janouch aveva allora diciotto anni. Durante quel colloquio aveva menzionato il lascito di Brand, da me recentemente pubblicato. Il commento di Kafka sul poeta scomparso fu: «Era un giovane così infelice che in mezzo agli ebrei centenari dei caffè si perse e morì. Cos’altro doveva fare? I caffè sono le catacombe degli ebrei nell’epoca attuale. Senza luce né amore, Non tutti lo sopportano». L’allusione agli “ebrei centenari” del Caffè Arco va intesa come una parabola. Al tavolino del caffè dove sedeva con Brand, Kafka era quasi il più anziano, sebbene all’epoca (1913-1918) contasse fra i trenta e i trentacinque anni. Ciò che aveva in mente era dunque l’età metafisica, gli assilli centenari e millenari che gravavano sulle spalle di tutti gli ebrei della diaspora disseminati per il mondo. I caffè potevano rappresentare delle catacombe dove in relativa sicurezza era loro concesso di officiare i propri riti. In mezzo ai patriarchi dei caffè, Brand appariva quindi a Kafka come uno straniero smarrito e votato alla morte. Kafka stesso, d’altro canto, non era un frequentatore abituale o assiduo di quei locali. Ma quando arrivava, pur non parlando molto, conferiva alla cerchia degli amici un’impronta così decisiva da suscitare l’impressione che fosse stato sempre lì, e questo, almeno sul piano spirituale, coglieva effettivamente nel segno.

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Karl Müller, pseudonimo di Karl Brand, nasce a Wilkowitz il 15 ottobre del 1895. Si trasferisce e cresce con i suoi genitori a Praga un anno dopo, nel 1896. La sua piccola famiglia borghese riesce comunque a iscriverlo alla German Business Academy. Durante la sua breve vita entra in contatto con personaggi decisivi della sua epoca, tra cui Franz Kafka, conosciuto al Caffè Arco di Praga. Lavora per diverse riviste, tra cui il Die Aktion e Der Sturm, e scrive articoli su argomenti politici ed artistici. La sua opera principale, e ancora oggi la più nota, sarà Die Rückverwandlung des Gregor Samsa (in italiano: La ritrasformazione di Gregor Samsa), breve continuazione in quattro pagine de La Metamorfosi che viene pubblicata per la prima volta sul Prager Tablatt l’11 giugno  1916: Brand immagina che il protagonista dell’omonimo romanzo si risvegli di nuovo umano, dentro un mucchio di spazzatura, dopo che il suo cadavere di scarafaggio è stato gettato via dalla signora delle pulizie della famiglia Samsa. A causa delle gravi condizioni di salute, Brand si sentirà sempre il “parassita” della sua famiglia e si identificherà nel personaggio kafkiano, sviluppando per lui una potente empatia. Viene ucciso dalla tubercolosi il 16 marzo del 1918.

Oskar Kokoschka, Praga

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