*I testi, nella traduzione di Monica Liberatore, sono tratti da Canciones de los Mares del Sur, 2018.
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Ciò che resta della mia giovinezza
Tornerò a Parigi per trovare
ciò che resta della mia giovinezza.
E se non trovo nulla
non me ne andrò.
Rimarrò
fino a recuperare ciò che possa.
No, non me ne andrò.
Rimarrò
e fingerò
insolenza e ubriachezza,
la vecchia beatitudine.
Tornerò a Parigi per cercare
ciò che si è stinto.
Scaverò tra gli amici
ad ogni tavolo delle Aux Folies.
aspetterò a Stalingrado e nelle Fiandre
coloro che sono andati lontano.
Berrò e ricorderò.
Ricorderò
la nostra gioventù
e la nostra libertà,
tutti i maggio e gli ottobre.
Ricorderò
e mi ricorderò di loro.
A tutti noi
che eravamo giovani a Parigi.
Sì, tornerò e resterò
fino a recuperare ciò che possa.
Fino a trovarmi
o lasciarmi andare,
come la nostra gioventù.
Nadi, dicembre 2016
*
Lo que quede de mi juventud
Volveré a París a buscar
lo que quede de mi juventud.
Y si no hallo nada
ya no me iré.
Me quedaré
hasta rescatar lo que pueda.
No, ya no me iré.
Me quedaré
y simularé
insolencia y embriaguez,
la antigua dicha.
Volveré a París a buscar
aquello que se extinguió.
Escarbaré por amigos
en cada mesa del Aux Folies.
Esperaré en Stalingrad y Flandres
a los que partieron lejos.
Beberé y recordaré.
Recordaré
nuestra juventud
y nuestra libertad,
todos los mayos y octubres.
Recordaré
y nos recordaré.
A todos nosotros
que fuimos jóvenes en París.
Sí, volveré y me quedaré
hasta rescatar lo que pueda.
Hasta encontrarme
o dejarme ir,
como nuestra juventud.
Nadi, diciembre de 2016
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L’arte di navigare
È successo una mattina,
le tue mani erano guarite.
Di notte sognavi versi.
Sono stati scritti
in questa stessa pagina.
Hai recuperato i rudimenti
dell’arte della navigazione.
La Croce del Sud,
il sole, la manipolazione
del sestante.
E altre tecniche dimenticate
per raggiungere terre remote.
Conoscenza nascosta
negli interstizi del tempo
e abbandonato
per secoli.
Il riflesso delle nuvole
all’orizzonte.
La lingua
della nascita delle onde.
La traccia degli uccelli migratori
e l’ingannevole
silenzio dei cetacei.
Melbourne, novembre 2016
*
Arte de navegar
Ocurrió una mañana,
las manos habían sanado.
Por la noche soñaste versos.
Quedaron escritos
en esta misma página.
Recobraste los rudimentos
del arte de la navegación.
La Cruz del Sur,
el sol, el manejo
del sextante.
Y otras técnicas olvidadas
para alcanzar tierras remotas.
Conocimientos ocultos
en intersticios del tiempo
y abandonados
por siglos.
El reflejo de las nubes
en el horizonte.
El idioma
del nacimiento de las olas.
El trazo de las aves migratorias
y el engañoso
silencio de los cetáceos.
Melbourne, noviembre de 2016
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Disperati
Erano i tempi dei disperati
in queste zone del diavolo.
Messo all’angolo
nell’angolo di un continente,
alcuni uomini si sono allontanati.
Ludwig Leichhardt partì per l’Ovest
con altri sette, muli e altro.
Il prussiano
evaporato in poche settimane.
Lo cercano ancora in deserti infiniti.
Burke e Wills sono andati a nord,
ventuno anime, 2.000 miglia più avanti.
Sono arrivati.
Poi la follia e la fame li avvolsero.
Nessuno dei due vide più Melbourne.
Là nella frontiera Ned Kelly
è stato assassino, criminale, eroe.
Al patibolo.
I proiettili schizzano ancora senza ferite
il suo spettro decapitato nella nebbia.
Melbourne, novembre 2016
*
Desperados
Eran tiempos de desperados
por estos lares del demonio.
Acorralados
en el rincón de un continente,
unos hombres soltaron amarras.
Ludwig Leichhardt partió al oeste
con otros siete, mulas y más.
El prusiano
se evaporó en unas semanas.
Aún lo buscan por desiertos sin fin.
Burke y Wills fueron hacia el norte,
veintiún almas, 3.250 kilómetros delante.
Llegaron.
Luego locura y hambre los cercaron.
Ninguno de los dos volvió a ver Melbourne.
Allá en la frontera Ned Kelly
fue asesino, criminal, héroe.
A la horca.
Las balas todavía salpican sin herir
su espectro decapitado en la bruma.
Melbourne, noviembre de 2016
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Songlines
Qui la terra è rossa
e il nome del morto
non viene pronunciato per un anno.
La intera terra è un labirinto
di versi e di note,
sparsi un tempo da loro
nei propri viaggi
perché gli uomini cantino
e non dimentichino chi sono.
La intera terra è una melodia
che guida gli uomini
attraverso l’ignoto,
come la stella del mattino
più tardi
sulla strada per il mondo dei morti.
Qui ‒ e anche lì, sospetto ‒,
la terra che non si canta
è una terra che morirà.
Sulla strada da Darwin ad Alice Springs, novembre 2016

Alice Springs
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Songlines
Aquí la tierra es roja
y el nombre del muerto
no se pronuncia por un año.
La tierra entera es un laberinto
de versos y notas,
esparcidos antaño por ellos
en sus travesías
para que los hombres canten
y no olviden quiénes son.
La tierra entera es una melodía
que guía a los hombres
a través de lo desconocido,
como la estrella matinal
más tarde
camino al mundo de los muertos.
Aquí -allí también sospecho-,
la tierra que no se canta
es tierra que morirá.
En camino de Darwin a Alice Springs, noviembre de 2016
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L’isola dei Morti
Un giorno si impara
che siamo tutti becchini,
esiliati su una rupe boscosa,
in attesa che la barca
porti uno ad uno
i nostri amati morti.
Sempre una tomba vuota,
sempre le lapidi a nord,
così le pietre fuggono dal vento
concepito alla fine del mondo,
mentre un raggio di sole porta
un po’ di quiete nel pomeriggio.
Sul chiaro promontorio
un altare per i più pregevoli.
Sulle versante in riva al mare,
quelli non tanti fortunati.
Ognuno sa
chi è chi tra i suoi morti.
Port Arthur, novembre 2016

L’Isola dei morti, vista da Port Arthur
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La Isla de los Muertos
Un día se aprende
que todos somos sepultureros,
exiliados en un peñasco arbolado,
esperando que la barca
traiga uno a uno
a nuestros queridos muertos.
Siempre una tumba vacía,
siempre las lápidas al Norte,
así las piedras huyen del viento
concebido en el fin del mundo,
mientras un rayo de sol brinda
algo de sosiego a la tarde.
En el promontorio claro,
un altar para los más preciados.
En las laderas junto al mar,
aquellos sin tanta fortuna.
Cada uno sabe
quién es quién entre sus muertos.
Port Arthur, noviembre de 2016
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Canzone dell’occhio rosso di Yasur
Io e lei
alla fine
della Strada Dimenticata.
Alla fine
di noi.
Al riparo
dall’occhio rosso di Yasur.
Avvertiti
dai sospiri.
Io e lei
vagando
sulla pianura di cenere.
Alla fine
del nostro amore.
Spiati
dall’occhio rosso di Yasur.
Io e lei
nelle terre
di Frum e del kastom.
Alla fine
della Strada Dimenticata.
Spruzzati
giorno e notte
dalle lacrime
che cadono nel cielo
dall’occhio rosso di Yasur.
Imaio, dicembre 2016
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Canción del ojo rojo de Yasur
Ella y yo
al final
del Camino Olvidado.
Al final
de nosotros.
Amparados
por el ojo rojo de Yasur.
Advertidos
por los suspiros.
Ella y yo
vagando
por la llanura de cenizas.
Al final
de nuestro amor.
Espiados
por el ojo rojo de Yasur.
Ella y yo
en las tierras
de Frum y el kastom.
Al final
del Camino Olvidado.
Salpicados
día y noche
por las lágrimas
que caen al cielo
desde el ojo rojo de Yasur.
Imaio, diciembre de 2016
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La sepoltura di Stevenson
In piedi davanti alla tua tomba bianca
vedo l’oceano che ti ha portato
e la giungla che ti ha protetto,
le montagne che forse
ti hanno portato in Scozia.
Vedo i capi samoani
ricevere le notizie
“Tusitala è morto”,
che è partito dalla casa di Vailima
una notte di dicembre.
In piedi davanti alla tua tomba bianca,
capisco i tuoi due desideri:
indossare gli stivali
ed essere sepolto
in cima al monte Vaea.
Pochi sono i papalagi
che hanno meritato le lacrime
in queste isole e in questi mari
saccheggiati senza ritegno
dalle piaghe dell’Occidente.
In piedi davanti alla tua tomba bianca,
grande Tusitala del Nord,
vedo le torce e sento
le braccia di duecento
solcando la terra in salita.
Il resto di Samoa si chiede
“che disgrazia ci è capitata”,
e nella dimora di Vailima
qualcuno prepara il tuo sudario
e veste i piedi nudi.
Arriva già il temuto mattino,
i tuoi ospiti ti accompagnano
e più forti trasportano
la bara sulla cima di Vaea,
la cima della tomba bianca.
Apia, dicembre 2016
*
El entierro de Stevenson
De pie ante tu tumba blanca,
veo el océano que te trajo
y la jungla que te amparó,
las montañas que quizás
te llevaron a Escocia.
Veo a los jefes samoanos
recibir la noticia
“Ha muerto Tusitala”,
que partió de la casa en Vailima
una noche de diciembre.
De pie ante tu tumba blanca,
comprendo tus dos deseos:
llevar las botas puestas
y ser enterrado
en lo alto del monte Vaea.
Pocos son los papalagi
que han merecido lágrimas
en estas islas y mares
saqueados sin descanso
por las plagas de Occidente.
De pie ante tu tumba blanca,
gran Tusitala del norte,
veo las antorchas y escucho
los brazos de doscientos
surcando la tierra cuesta arriba.
El resto de Samoa se pregunta
“qué desgracia nos ha caído”,
alguien prepara tu mortaja
y viste tus pies desnudos.
Llega la temida mañana ya,
tus anfitriones te acompañan
y los más fuertes cargan
el ataúd a lo alto de Vaea,
la cima de la tumba blanca.
Apia, diciembre de 2016
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Rolando Mariano Andrade (Buenos Aires, 1973) è scrittore, poeta, traduttore e giornalista argentino. È autore di Los viajes de Rimbaud (1996), Poesía Beat (2017) e Canciones de los mares del Sur, la sua opera più recente, pubblicata nel 2018 per le edizioni Buenos Aires Poetry. Ha collaborato al libro 20 anni senza Cortázar (Rivista Caleta, Università di Cadice, 2004). Ha lavorato in Argentina, Francia, Stati Uniti. Sue poesie sono pubblicate nelle riviste “Buenos Aires Poetry” (Argentina), “Poesía” (Venezuela), “Literariedad” (Colombia), e altre.
