*I testi sono tratti da: Nanni Cagnone, Ingenuitas, La Finestra editrice, 2017.
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Giovanni Castiglia
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Uno studente disse
le sue non sono lezioni
di estetica, sono lezioni
di vita. Ecco l’origine
di un’illusione, sentirsi
provvidi una volta, prima
del soverchiante buio —
tutte parole per pochi,
che non sono gli eletti
mai i trepidanti,
e sanno già destinato
un altro giorno.
*
Ora ricordo
sono cresciuto
come si dirama
un albero —
vento e radici
*
La terra che verrà cotta
potrebbe volersi vaso,
cedendo in fornace
a un secondo sole,
o non invaghirsi di forme:
argilla soltanto qual era
prima d’esser tolta
alla sua abitazione,
all’aperto.
Non sappiamo
cosa voglia l’argilla,
se mai vuole.
*
Devo esser l’esito
di bizzarri esperimenti,
se di volta in volta
solennemente
o inginocchiato
a la divinità d’un albero,
e vorrei dire
sebbene ospiti le braccia
non t’accolsi a sufficienza,
però lontano da falsità,
tranello nessuno
sempre dall’ombra
a cui appartengo.
*
A qual età della notte
ti risvegli (prego,
non cadere dal ramo)
con la pazienza
di cui i vecchi
non si vantano, fra
smarrimento di sogni
e ignota profusione,
ma cosa chiede,
che faceva qui
intorno al mio riposo
il tenero spavento?
Ci sono altri animali
nella notte, puoi parlare
anche con me.
