MI TORTURAVA LA PIEGA DEI CALZONI. Alfonso Ravazzano

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Mark Tobey

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Lenti e scomposti allunghiamo la fila

potremo restare seduti o sdraiati io

vedo già tante cose inventarsi, la luce

precisa, i confini tra i corpi e le ombre

che nessuno riesce a fermare.

Sento il respiro sognato poco prima

l’invadenza dei resti sospesi nel vuoto

mi chiedono chi ero e quando tornerò

ma l’acqua salva il pesce se respira.

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Mi torturava la piega dei calzoni

la rete di confine tra il corpo

e l’uomo muto vestito del suo buio.

Dov’è sepolto c’è il nome di mia madre.

Mi torturava la piega dei calzoni

i gatti scappavano dentro le cantine

e rincorrevano i topi nascosti bene

nei sacchi di patate. Lui il vecchio pazzo

parlava a voce alta prima con i gatti dopo

con i topi

Mi torturava la piega dei calzoni

la madre che moriva mentre il figlio

mi guardava dal buco della serratura

isolato visitò il buio nelle sue teorie

era eccitato dall’idea di trovarsi solo

davanti al proprio destino nudo e magro

per sentire meglio la consistenza del delirio.

(Inediti, 2022)

Mark Tobey

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