IERI SONO SALITO… Robert Walser

Robert Walser

Ieri sono salito sulla montagna, la salita è andata bene fin quando sono arrivato sul vetro e non ho più avuto presa. Neanche un alberello al quale potermi aggrappare. Altro che bel portamento. Allora mi è venuta un’idea, del resto più che ovvia, mi sono lasciato andare sulle mani, per un po’ sono ricorso ad uno strisciare oltremodo carino, voglio dire che bisogna sapersi adeguare alle circostanze. In quello strisciare vi era caparbietà, visto che lo scopo era giungere in cima. Se non mi fossi chinato, sarei rimasto lì dov’ero. Può esserci fierezza anche nella flessibilità. Mi premeva lasciarmi alle spalle più strada possibile; le difficoltà inerenti alla cosa mi obbligavano ad operazioni di trasformismo non proprio belle a vedersi. Non pareva forse che io rinnegassi la “cultura” mentre invece ciò che volevo era la sua conservazione? La liscezza del suolo richiedeva anche da parte mia una liscezza che ho tratto dal carattere. Per orgoglio mi sono comportato umilmente, per ostinazione mollemente. Sentivo di continuo dentro di me un “sali”! È mai possibile inerpicarsi per una montagna di vetro con il decoro di un “uomo che conta”? Quel che contava per me era arrivare in vetta. Non per niente le nostre gambe non sono dei bastoni. Perché non sfruttare le proprie capacità? Le superfici lisce come uno specchio vanno trattate con garbo. E siccome non potevo far sparire d’incanto l’invalicabile, l’ho abbracciato. Forse che i più ostinati non usano di quando in quando toni morbidi per imporre il loro volere? Chi si inginocchia può risollevarsi e gli sembrerà allora di essere ancora più saldo. Il movimento lo ha rigenerato. Scalare qualche cosa, lusingarla, che gran piacere! Comportarsi da lento per amore della celerità, ebbene, perché no? È più bello il tentare l’ascesa che il trovarsi lassù; mi piacevo di più mentre guardavo verso l’alto che non mentre consapevolmente scrutavo verso il basso. Guardare intorno, dove sia un passaggio, dove un appiglio, dover provare un po’ di paura, l’attimo del crederci quant’è interessante!

Il testo è in: Robert Walser, Il mio monte. Piccola prosa di montagna, a cura di Maura Formica e Michael Jakob, testo a fronte, Tararà, Gravellona Toce 2000. Il brano “Getsern stieg ich… (Ieri sono salito…)” è estratto da Vers und Prosa, aprile 1924 e Die Rose, Berlino 1925.

Mimmo Paladino, Montagna di vetro

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