Una nota di lettura per Alessandro Ghignoli

“Leggere questo libro significa entrare nella testa dell’autore” annota Stefano Guglielmin intorno al nuovo libro di Alessandro Ghignoli Ostrakon (Nuova limina, Anterem Edizioni 2022), e non ha torto. La testa di Ghignoli è un laboratorio di frammenti poetici e apoetici, cancellazioni, citazioni, arcaismi, ecolalie, plurilinguismi, fantasmi visuali, reperti incendiati da una ironia corrosiva e disperata: “ci sono non ci sono / solo le parole sono”. Il libro è il frutto meticcio di una discordia con le parole innocue del current language poetico, il risultato di una intransigenza linguistica che pervade la materia sonora, visiva, testuale, costruendo un oggetto sfuggente e urticante, che rifugge ogni casella tranquilla della mente e del cuore, ed è dedicato “al fragore frastuono del frammento”. Ghignoli sperimenta, seziona, evoca. Il suo gioco non ha nulla di divertito e di rasserenante: è l’atroce messa a fuoco di una sconfinata lucidità malinconica: “nessuna parola conta / nel teatro dei pochi nascondigli / immerso nel dove essere / disperso / verso l’ìmpronta”.
Ostrakon (da cui “ostracismo”) è una forma epigrafica di scrittura che designava la procedura di “messa al bando” di persone ostili al potere costituito. Alcune poesie, dedicate alla follia come a una “dialettica ordinata”, sono paradossalmente le più limpide e lineari del volume. Sottolineo la natura beffarda (ludica ma beffarda) con cui Ghignoli dispone nel libro, con raffinata intelligenza di auctor, poesia linguistica e poesia visiva, vivendo “nel dentro più dentro queste parole”, scherzando il lettore e costruendo, contro di lui e per lui, un sardonico epitaffio alla poesia come genere letterario: “immune in me insieme / nei miei me stessi me”, il poeta appare disperso dentro le parole come in una visione dislocante e ultraumana che evoca la forma del libro: “nel nono senso della fine / senza assenza / immenso dire d’ogni suono / divampa in stampa”. (M.E.)


Antologia
la follia è una dialettica ordinata (VII)
consegnarsi agli strati dei colori
inermi
alla trasparenza dei passi
dal contrario
alla trasparenza dei passi
consegnarsi agli strati dei colori
inermi
nella distinzione delle cose
lontananze del fondo
nella distinzione delle cose
consegnarsi agli strati dei colori
inermi
*
la follia è una dialettica ordinata (II)
nudo il corpo il nudo corpo
vissuto incarnato corpo
nudo corpo nudo
vissuto incarnato corpo
nudo nel dopo nudo
carnefice corpo
nudo nel dopo nudo
nudo il corpo il nudo corpo
*
la fdllia è una dialettica ordinata (IV)
lo schermo del cielo le tese lamine
dell’aria
i rumori a ritroso delle mani
ritrovarsi nella carne
i rumori a ritroso delle mani
lo schermo del cielo le tese lamine ù
dell’aria
in quel fare di cose intorno
il vano palpebrare
in quel fare di cose intorno
lo schermo del cielo le tese lamine
dell’aria
*
la follia è una dialettica ordinata (V)
nel dentro più dentro queste parole
uguali a queste parole
I racconti perduti
uguali a queste parole
nel dentro più dentro queste parole
tra le numerazioni dei fatti
questo significa questo
tra le numerazioni dei fatti
nel dentro più dentro queste parole
*
acustico
azione identificata interpreta azione
per essere adesso identica frazione
nel mio tempo nell’acustico sentire
questeparoetutteattaccate
nell’angoscia della stagione estaciòn
nel giorno di oggi dell’aujourd’hui
della saison rimasta mi sono visto
più in là di questo di qua che non sa
delle amareterre confinate
nella spinamore di ciò che manca
ma
urfauno di me a me dico di me
à l’après-midi d’un prèlude d’oggidì
*
paradosso
sputa ciò che tutto
dentro il vissuto muta
ci sono non ci sono
solo le parole sono
la maschera vera
la vera cera impressa
di voce rinata ancora
in una sorpresa promessa
immune in me insieme
nei miei me stessi me

Alessandro Ghignoli