I testi sono tratti da: Mia Lecomte, Lettere da dove, Interno Poesia editore, Latiano 2022.

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“Caro XYZ
oggi il mio cuore ha battuto tre volte
tre in tutto
come se ognuna
come se ognuna potesse
come se ognuna potesse bastare
Così è iniziato il giro del mio
quasi mondo”
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Queste Lettere da dove (Interno Poesia, 2022) ci restituiscono, di Mia Lecomte, una semplicità nuova. Per un poeta come Mia la semplicità non è semplificazione ma lavoro attento, ostinato, segreto, che guida il lettore in quello che lei definisce “il giro del mio / quasi mondo”. Il titolo del libro evoca una austera, sospesa tristezza. Come scrive il prefatore Ugo Fracassa: «…ritroviamo intatta, quell’ambientazione casalinga, tra pareti spoglie o ingombre di oggetti scaturiti dalla memoria familiare. Sede degli affetti ma anche luogo dell’assedio, la casa vuota, abbandonata o invece stipata, presa d’assalto, è attraversata da folate di ricordi in una dimensione temporale sconcertante. In un simile contesto, l’autrice ci appare impegnata in processo di domesticazione dell’angoscia nel quale è forse possibile riconoscere la cifra di un’esperienza poetica ormai trentennale… poche scritture paiono esigere un lettore tanto quanto questa che, nel porgere la voce, mantiene qualcosa di puerile, una disponibilità cogente, un invito ineludibile: più incisivo del grido, più seducente del sussurro». Il libro si compone di cinque sezioni: Lettere da dove, Agenda senza stagioni, Nuda proprietà, Motivetti, Congedo. In questa sede mi soffermerò sulla prima. Le Lettere da dove, inviate a un interlocutore (fittizio o reale) nominato XYZ, vengono da dove? E vanno dove?
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“Caro XYZ
sono arrivata già qui
senza il favore del viaggio
suo malgrado
Ti scrivo prima di dormire
lontani fianco a fianco
un lago immobile tra noi
sdraiata te lo ricordi
ho paura del fuori
alla porta gratta quella bestia
sbircia l’occhio gigante
drago pallido da donne
con quel suo galoppo nato dall’infanzia“
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Mia ci mostra il diagramma delle sue emozioni sottovoce, ma con tale chiarezza da insinuare le immagini dei suoi ricordi nella nostra memoria: “…occorre camminare / ancora osare con cautela / dietro la geografia / Qui mi fermo spesso / sei incerto e fragile da avere / tra le case e il mare / la passeggiata è una terra di mezzo / ci vivono poche parole / ogni giorno passa un carnevale”. Ogni poesia ha la capacità di farci respirare in mezzo ai ricordi del poeta, suscitando in noi il desiderio di leggere ancora. Le sue Lettere da dove hanno la grazia di non riferirci dettagli precisi, ma solo un costante trasalimento percettivo: “qui un’altra volta / in tempo solo per la fine / l’idea di ciò che fu / non sufficiente per un ricordo / di troppo da dimenticare / Dal pianoforte appena chiuso / ancora qualche nota cola sul vetro un disegnino pallido / bambina con il cane e l’aquilone / insiste a salutare”. In Mia Lecomte ogni sentimento è espresso in chiaroscuro, con delicati accenni a qualcosa che, nell’intimità, possiamo immaginare o supporre – fiaba, addio, terrore, fughe. La parola superba che eccede è estranea a questa poetica, che utilizza il lessico con tale pudore da aprire zone d’ombra insospettate anche in mezzo ai semplici riflessi della luce quotidiana. Le lettere da dove, scritte o solo sognate, sono gli strumenti per tessere un affettuoso contrappunto fra dolente distanza e lieta vicinanza: «faccio la guardia / a ciò che non è mai / il centro dove veglio / qui è un faro / scandisce dentro al buio / metricamente / tengo lontane le altre luci».
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Mia Lecomte (Milano, 1966) è una poetessa e scrittrice italiana di origine francese. Sei raccolte poetiche pubblicate in Italia, le sue poesie tradotte in diverse lingue sono uscite all’estero in volumi monografici, antologici e riviste. È autrice di narrativa e di libri per l’infanzia. Traduttrice dal francese, svolge attività critica ed editoriale nell’ambito della letteratura transnazionale italofona, a cui ha dedicato saggi e antologie. È ideatrice e membro della Compagnia delle poete e nel 2017, con studiosi e scrittori attivi tra Francia e Italia, ha fondato a Parigi l’agenzia letteraria transnazionale
