
Un uomo con la guerra dentro
Vita disastrata ed epica di Sterling Hayden: navigatore attore traditore scrittore alcolista
Lamantica Edizioni
*Alla prima edizione del libro (agosto 2020) fa seguito oggi la seconda edizione (ottobre 2022).
Il ruolo del cinema per l’avvenire sarà di riscoprire gli uomini, noi stessi, di smontarci e rimontarci, di mostrarci a noi stessi, di farci accettare, senza rancore o disgusto, così come siamo, con in noi la vita degli antenati e dei figli, senza finte, al di fuori di ogni convenzione, in piena fatalità, in pieno atavismo, in pieno divenire, come animali ebbri o buoni o ragionevoli o malvagi.
Blaise Cendrars Una notte nella foresta (1929)






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Prologo
Questo libro nasce dalla visione di un film di Wolf-Eckart Bühler, Pharos of Chaos. Ho conosciuto Eckart il 24 giugno 2019, dopo la proiezione della pellicola presso la Cineteca di Bologna, durante il festival Il Cinema Ritrovato. Da allora è intercorso un anno prima che mi facessi vivo.
Domenica 14 giugno 2020 gli ho spedito una mail per comunicargli che avevo scritto un libro a partire dal suo ritratto filmico di Sterling Hayden e per chiedergli il permesso di disturbarlo, nei giorni seguenti, al fine di verificare insieme notizie date intuizioni, così da evitare imprecisioni. La mia mail è partita alle 11:58 del mattino. Eckart non mi ha fatto aspettare nemmeno ventiquattr’ore, la sua risposta è arrivata l’indomani, lunedì 15 alle 9:49. Avevo messo in conto che avesse potuto dimenticare il nostro incontro, invece no, se ne ricordava, mi ha chiesto giusto una foto per rinfrescargli la memoria visiva, e mi ha dato con slancio la sua disponibilità, dicendosi very very curious.
Nove giorni dopo, il 24 giugno, trascorso un anno spaccato dalla seminale proiezione, ho mandato a Eckart la preannunciata mail con le domande e una bozza del libro in allegato. Passati tre giorni senza replica, gli ho riscritto il 27 giugno, per sincerarmi che la mia ultima fosse giunta a destinazione.
A stretto giro mi ha risposto Hella Kothmann, scrittrice e compagna di vita, una vita nel segno dell’arte e dell’avventura, che avevo conosciuto al suo fianco a Bologna. […] we – I – received your email. BUT the world has changed dramatically. Eckart is dead. Even the eyes of the fishes are filled with tears. He died on Tuesday 16th […]. I spent the last 12 hours on his side, very close, very intensive. And then there was nothing like it was before. […]
Ho dovuto leggere tre volte la mail di Hella prima di capacitarmi del contenuto. Il pomeriggio di lunedì 15, appena qualche ora dopo avermi scritto, Eckart è stato stroncato da un’ischemia cerebrale. Il cuore ha cessato di battere l’indomani, in ospedale. Gli occhi si sono spenti colmi del film più doloroso e più bello: l’amore incarnato da Hella, l’inconsolabile amore della sua vita, al capezzale. L’uomo che avevo imparato a conoscere attraverso l’opera, il creatore nel cui solco avevo a mia volta creato, era morto. Sento di aver perduto un amico promesso, come ho scritto a Hella. Progettavo di presentarmi a Monaco col libro caldo di tipografia per brindare insieme a loro. Pregustavo quel momento ma evidentemente avevo fatto i conti senza l’ostessa senza naso. Voglio credere che la notizia del libro sia stata per Eckart ragione di una piccola gioia prima del disormeggio. Voglio credere che tutto ciò abbia un senso, un senso inerente al fuoco: al filo di fuoco che collega vite vissute nella passione. Una cosa è certa: accompagnerò questo libro fin nelle mani di Hella per onorare con lei la memoria del suo uomo come riterrà giusto. Un’altra è ancora più certa: il faro di Eckart non smetterà di fare luce a chiunque si trovi nel mare aperto d’un viaggio al termine della notte.
