(da Se fossimo immortali, Joker, 2006)

Scissura
In quella abbazia nella conca del prato
i mistici
hanno coperto il vuoto
di pietre canti altari colonne
alzato luce coon uomi buio con pietre:
tutte hanno un compito diverso di preghiera.
Dimmi in quale tastiera si può trovare
in quale parte del cercello
trovare una nota lucente
pietra di tempio voce di morto.
Cosa c’’è in mezzo al cranio?
Una scissura – hai risposto –
dove le fibre si intersecano:
fibre con note vuoto con fiato
muovono
lampi nella notte.
Tutto prega la tenebra.
Se qui non ricade
il canto dove va?

Se un animale soffre
Se un animale soffre
è nell’inferno dei bambini
che non parlano a nessuno
non sanno farsi domande
hanno corpo e lingua intorpiditi.
Se un animale soffre
sta nella parte assorta dell’ignoto
le sue afasie
somigliano al nostro modo di morire.
Il dolore del bambino è il primo strappo
lui deve crescere
verso il dicibile e il suo malinteso
bussare ai muri
truccati da cielo.

Lettera agli annegati
La prima lotta fu uscire da un ventre
verso l’asciutto vuoto verticale
l’ultima è il ritorno all’acqua.
Lo sai che i pesci tacciono muoiono
non tentano nessun limite nuotano
nella rete chiusa del mare.
Può ancora respirare chi continua a scrivere
lettere agli annegati
e chiedere eternamente quale fessura
fine di sasso separi
chi fugge da chi resiste.

*I testi sono tratti da: Lucetta Frisa, Se fossimo immortali, Joker, 2006.