LA LUNGA MARCIA. Alberto Giacometti

Penso di avanzare tutti i giorni. Ah! A questo credo davvero, anche se è appena visibile E sempre di più penso: penso di non avanzare tutti i giorni, ma di avanzare esattamente ora dopo ora. E’ questo che mi fa trottare sempre di più, ed è per questo che lavoro più che mai. Sono certo di fare quel che non ho ancora mai fatto e che renderà sorpassato quel che ho fatto per esempio nella scultura sino a ieri sera o anche a questa mattina. A questa scultura ho lavorato sino alle 8 di stamattina, ci lavoro adesso, anche se per me non è ancora proprio nulla, è andata avanti rispetto a ciò che era, e una volta per tutte. Non ritorna mai indietro; mai più farò quel che ho fatto ieri sera. E’ la lunga marcia. Allora tutto diventa una specie di delirio esaltante per me. Esattamente come l’avventura più straordinaria: partissi su una nave in paesi mai visti e incontrassi isole e abitanti sempre più inattesi, beh mi farebbe esattamente questo effetto.

Dettaglio dello studio di Alberto Giacometti con i graffiti della moglie Annette, 1958.

Proseguire, proseguire: bisogna! Per sempre andrò da questo lato, e mai da un altro! (Roger Laporte)

*I testi sono tratti da: Roger Laporte, Giacometti o la rassomiglianza assoluta, Edizioni S. Marco dei Giustiniani, Genova, 2002.

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