LETTERA. Alfonso Guida

a Marco Ercolani

Porta Piazzile (fotografia dell’autore)

Non mi riposo. E mi vedo, assente, al di qua

del connubio. Vivo in un paese pieno

di arature e raccolti, senza ponti.

Se ti portassi qui, molto del dramma

capiresti. Sì, lumi di vecchiaia,

tra visioni rarefatte e solcate

da astuzie giovanili e nullità

grottesche. Vorrei in queste vie bruciasse

di bianco acciaio e di araucarie vive

l’igiene dei matti, il modo composto

dii stare seduti e intrecciarsi a coppa le mani.

Le panchine, lo stupore

chiassoso dei vetri (ma umano e cieco),

l’ansia di Proteo che prendeva, a brividi,

gli sguardi muti nei corridoi del CIM.

Questo vorrei, angustiando quel lontano

stratagemma di statue e sangue che arde

tra le regole di una pietà senza

domande e l’urlo che schiaccia la mente.

Sì, lumi di vecchiaia, Marco, piccole

penombre rischiarate tra i quaderni

del carcere e un altrove

incomprensibile.

Un’altra alba (fotografia dell’autore)
Alfonso Guida

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