nihil tetigit quod non ornavit
she touched nothing without embellishing it
di Maria Luisa Vezzali*
(2018)

1
chiudi gli occhi e ascolta l’assente
c’è solo il mare nascosto e la bestia biascica
ciò che manca il fumo che sale
sotto le palpebre queste città
che crollano sulla crosta vulcanica
dovremmo essere stupendi
stupefatti all’incontro
i libri annegati nel mare nascosto
i patti ammollati nella schiuma
dovremmo essere in estasi
onde in loop incandescenti
scribacchiando al buio
occhi chiusi a lama
estratta assorto radar
dell’assente che bramisce
ma in questo gomito di storia
il ventre molle esposto
il trinciante contro il palmo aperto
e Olafia infissa nel gelo
da cent’anni o quasi
i suoi nastri bianchi
come interferenze nel fango
c’erano e ci sono
pura feccia e resto
rimasuglio dell’esodo
chiamala Laffi nella temperatura
della bocca nella presa d’atto
che esiste il freddo esistono i giorni
la morte esiste e la compassione
o semplicemente Islanda

Ólafía Jóhannsdóttir (nata in Islanda nel 1863 e morta a Oslo nel 1924),
scrittrice, femminista, amica degli ultimi
per cui creò ostelli e progetti di tutela.
**
2
a occhi chiusi ascolta il fiotto
dal foro dello sparo così nero
che nemmeno si distingue dalla pelle
il prato di rifiuti lacerato dai grilli di giugno
le dita dei piedi si arricciano sulla pozza
di percolato lamiere contorte che potevano
essere una casa e non era per fame
se pure la fame poteva essere una ragione
non era per frode se rubare
si fa sulla cosa di qualcuno era
per questa luce d’ambra che ha il nostro sole
nei campi di agrumi irrigati a scirocco
era per queste braccia che si stendono
come la sera lontane da noi imperlate
di sudore a occhi chiusi sembrano quasi ali
stracci che sbattono nel profumo dei frutteti

Soumaila Sacko († 2/6/2018), 29 anni, immigrato regolare,
originario del Mali. Sindacalista delle Unioni sindacali
di base a Gioia Tauro.
Sparato alla testa mentre andava a prendere in discarica delle lamiere
per rinforzare i tetti di alcune baracche.
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3
chiudi gli occhi e ascolta
tensione irrequietezza aggressiva paura
una torsione delle labbra la faccia piccola
aggrinzita
il corpo che brucia non il suo l’altro
quello che arruffato nel letto si è goduto in pace
l’amplesso di gomma senza domande
le domande semmai sono venute dopo
oblique masticate dal palato sociale
il corpo che brucia non l’altro il suo
quello stuprato dai compagni di tolda
il ponte rolla sotto la schiena
rollano le palpebre bianche
un pezzo di preghiera sconosciuta
ascolta a occhi chiusi la forma
imposta nonostante la lista di nomi adottati
il senza nome sulla pietra del corvo
il paletto piantato nel costato

Eugenia Falleni (Livorno 25/07/1875 – Sydney 10/06/1938),
nata femmina, primogenita di ventidue
fratelli, visse da uomo, sposato due volte. Bruciò la prima
moglie. Il corpo è sepolto in una tomba anonima
nel cimitero di Rookwood (“bosco del corvo”).
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4
le campane ascolta a occhi chiusi
delay al labirinto
membranoso
in quei secondi
di ritardo
in cui il cuore si spegne
si accende la via lattea
focolare di vuoto
una stilla per ogni perduto
respiro
cantava non contava altro
cantava germogliava tutto persino
il nome
nel suono dove niente
è trattenuto
cadeva l’età nel suono
dove niente si perde
cado
e cado

Lewis Allan “Lou” Reed (New York, 2/3/1942 – Southampton, 27/10/2013).
Musicista.
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5
a occhi chiusi ascolta l’assenza
teoria della percezione
un cerchio di tempo
è un calice
ci cozza contro
il ferro della lingua
la sua luna
cresciuta a dismisura
e una volta cresciuta
esplosa dalla laguna genitale
per tutte nella gogna
che prelude al canto
per me maschera
simultanea tremenda
inghiottita
a fare sciame
niente di putrido
rigoglioso senza
sosta ha omesso
di toccare
niente nel fondo ha
toccato che non sia
rivoltato
in bellezza

Patrizia Vicinelli (23/8/1943 – 9/1/1991).
Poeta bolognese.
*Maria Luisa Vezzali (Bologna, 1964) poeta, pubblica L’altra eternità (Edizioni del Laboratorio, 1987), lineamadre (Donzelli, 2007), Tutto questo (puntoacapo, 2017)