
L’essenziale è invisibile agli occhi*
L’essentiel est invisible aux yeux, scrive Antoine de Saint-Exupéry nel Piccolo Principe. E da quel regno invisibile dove tutte le interrogazioni sono possibili e ritornano senza risposta, si affacciano, su fondali arabescati o cieli ariosi, le piccole figure sbigottite di Giovanni Grasso Fravega, imbevute di uno stesso pulviscolo lunare, affettuoso e straniante. Bisbigliano fra loro un codice ambiguo come certi spiritelli senza età, un po’ ironici e quindi profondamente tristi. Vivono sospesi sull’orlo del loro dissolversi, in un vuoto occupato dalla trasparenza, fittissima e luttuosa, del segno: facendoci scoprire che infanzia e saggezza, domanda e risposta, sogno e realtà, sono le facce di un unico specchio capovolto – paese fiabesco e disperato in cui primavere e inverni si accendono e spengono, prima che ce ne accorgiamo, e i loro abitanti, sereni e spettrali, teneri e struggenti, hanno quella lievità che solo Mozart ha il dono di conoscere.


*Il testo è tratto da: Marco Ercolani e Lucetta Frisa, Détour. Appunti di arte e letteratura, “opuscola”, Genova 1985. Giovanni Grasso Fravega (1938-2019) stato è pittore e studioso d’arte antica. La sua produzione artistica, rara e preziosa, si compone di acquerelli e pastelli su carta. I temi prediletti sono figure umane, animali e fantastiche, collocate su uno sfondo che evoca un ricamo o la tessitura di un arazzo antico. Ha illustrato Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, le Fiabe di Charles Perrault e La Nuova Melusina di Wolfgang Goethe.
