BIBLIOTECA BANDITA

Biblioteca bandita. Una eccentrica bibliomediateca (2013-2019)

Agosto 2013

Villa Piaggio, a Genova, è sede di Contemporart Ospitale d’Arte dal 2006 è nodo e snodo delle problematiche arte/follia. Oggi, 13 agosto 2013, all’interno dell’evento “Notte trasfigurata”, Verklarte nacht (dal poema di Arnold Schonberg), ospita “Biblioteca Bandìta”, una bibliomediateca (libri e video) su personaggi e temi bandìti dallo stato maiuscolo e ufficiale dell’Arte. Il dittatore Pinochet bandì dalle biblioteche cilene il Don Chisciotte. Venne bandita anche una favola come Il mago di Oz e un romanzo generazionale come Il giovane Holden. Altri libri furono bruciati perché eretici o sospetti. Partiamo da questa considerazione. I libri e i video radunati in questa biblioteca sono banditi forse dalle storie ufficiali dell’arte (o più semplicemente ignorati) ma non sono banditi oggi, qui, in questa stanza, in Villa Piaggio, agli occhi dei loro possibili lettori. Scrive Marguerite Yourcenar: «Fondare biblioteche è come costruire granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire». “Biblioteca Bandìta” vuole fondare questo nuovo “granaio”: dare voce, esistendo, a libri e immagini che vengono dai margini del mondo, libri e immagini nate come piante eccentriche nell’irriducibilità del sogno e dell’eresia contro le cose già viste, come mondi paralleli che esigono la loro verità contro un mondo che li marchia e li esclude come diversi.

Ideare nuove biblioteche è costruire spazi di libertà. Leggere libri è già essere liberi. La “Biblioteca bandita” è questo tentativo di libertà. «Come i graffiti sui muri segnano le tracce di un viaggio, così i libri sugli scaffali sono le tappe sempre nuove di un viaggio mai definibile verso qualche nessundove, dove la biblioteca è di volta in volta mito che si inventa, ordine che accoglie il caos, ombra della realtà, forma del caso, laboratorio, mente che progetta, isola in cui fare sosta, identità inventata, casa» (Albert Manguel).

Ripeterei la parola: casa. I libri e i video della “Biblioteca Bandìta” sono raccolti qui, a Villa Piaggio, nell’utopia di una casa che accolga e ospiti molti sogni e follie, testimoniate dai libri. Questi, per ora, sono parte dei libri di Gustavo Giacosa e di Marco Ercolani. Domani vorremmo fossero anche libri di altri. Cosa osserviamo qui? Scritture fuori norma, cataloghi di arte outsider, trattati d’arte e di filosofia, riflessioni di psichiatri sul’arte dei matti, bestiari, libri di antropologia, diari e confessioni di artisti borderline. Mancano forse alcuni meravigliosi ed eccentrici libri sull’infanzia e sui disegni dei bambini, ma è lecito sperare che arriveranno. Accanto ai cataloghi delle mostre curate da Gustavo, da Due ma non due a Banditi dell’arte, ci sono tracce di un antico lavoro della rivista “Arca”, prima prima samizdat in busta, poi rivista che pubblica due numeri proprio sul tema Arte/follia e artisti non allineati come Michaux e Giacometti; e oggi “I libri dell’Arca”, con testi di Lorenzo Pittaluga e di Bernard Noël, tradotto da Lucetta Frisa, su Artaud, e altre opere, da Dietrich Schlesak a Aalain borne; e tracce della collana Percorsi, diretta da Giuseppe Zuccarino, che ospitò testi di Dubuffet, Michaux, Balthus – tutte iniziative genovesi ormai dimenticate se mai furono ricordate.

Si potrebbe definire la Biblioteca Bandita covo di segni/testimonianze di un’arte irregolare, anormale? Sarebbe improprio. “La normalità è un ideale” scrive Freud. All’uomo il compito non di stigmatizzare ma di allargare gli spazi di quella normalità, rendendo vivibili e rappresentabili esperienze che all’inizio sembrano inusuali.

La follia dialoga con la sua cura. Non c’è un solo centro ma molti centri che si chiamano. Foucault afferma che la follia è una falsa malattia davanti alla quale la scienza della psichiatria è una falsa scienza. Perché lo dice? La follia è una vera malattia ma la psichiatria è una falsa scienza perché non è solo scienza ma è anche antropologia, filosofia, poesia, immaginazione, paradosso, carezza. I confini dell’arte e della cura sono incerti. Perché ciò che è strano in una civiltà non lo è in un’altra. Perché la vita stessa è intessuta di bizzarrie che poi diventano regole, e forse la relatività è stata scoperta perché qualcuno non si accontentava delle leggi preesistenti. Ogni viaggio è vibrazione, inquietudine, ponte proteso sull’altra riva. Ogni viaggio è stanchezza della riva conosciuta e ansia della riva nuova. Il progetto di Contemporart è quello di una casa che ospita molte follie. È un elogio delle follie.

Solo fuori da un centro che vuole ordinare e conquistare, bandire e stabilire, mettere al bando il diverso, c’è il movimento e la libertà dell’escluso. Oggi Antonin Artaud, eretico del Surrealismo, ci parla molto di più di quanto non ci parli André Breton, legislatore del Surrealismo. Le voci sono quelle dei “fuori centro”, dei legislatori dell’eresia, di quelli che non cercano il bersaglio ma lo inventano. Che sentono “l’altro dentro di noi”.

Siamo molto lontani dalla tradizione della sapienza greca, base della sapienza occidentale?

Eraclito scrive: «La strada dei pittori è una cosa e il contrario di quella cosa: è diritta e sinuosa» E ancora: «Proprio come un mucchio di rifiuti gettato a caso è il più bello dei mondi».

Ecco, la bellezza dell’escluso, del casuale. Prendersi cura dei segni rifiutati: questo il senso della Biblioteca Bandìta. Questi libri possiamo osservarli, sfogliarli, vederli – ci mostrano che l’arte vive fuori di sé, crea mondi paralleli, ma che poi, per vie diritte o oblique, ritorna a se stessa e ci riporta a noi stessi, alla vita reale dell’immaginazione, alla potenza tangibile del sogno contro un reale che lo spegne. Scrive Borges: «Che cosa sono le parole riposte in un libro? Cosa sono quei simboli morti? Assolutamente nulla. Cos’è un libro se non lo apriamo? Semplicemente un cubo di cuoio e carta, con dei fogli; ma se lo leggiamo succede qualcosa di strano: è ogni volta diverso. Io penso che il libro sia una possibilità di gioia che abbiamo noi uomini».

Se è vero che ogni vita è un’odissea piena di pericoli e di trappole, un costante uscire-viaggiare fuori di sé, ognuno di noi proverà anche la “Sindrome di Itaca”, un desiderio di nostos, di ritorno, in cui tornare significa trovare, trasformati, il nostro luogo di partenza.

La Biblioteca bandita è questo ritorno a noi stessi: è condividere libri, vite, esperienze, viaggi possibili. Qui, oggi, in questo spazio presente e futuro. Nell’utopia di questa casa. La biblioteca è piena di occhi che hanno visto il mondo in un certo modo e ci restituiscono quella vista in libri vivi, capaci ancora di trasformare il mondo. I libri sono scatole chiuse, vascelli che vengono da lontano. Al lettore il compito di trovarle, dissigillarle e farne realtà viventi, che raccontino ancora e sempre storie che salvino vite sommerse dal silenzio che le esclude. Io li chiamerei “monumenti di nuvole sopra ferite aperte”: le nuvole, leggere, accolgono i racconti di quelle ferite. Contemporart ospita una Biblioteca Bandita perché i libri non restino fisicamente fermi negli scaffali, come tanti meravigliosi libri di straordinarie biblioteche, che però sono bellissimi, sepolti e illeggibili, consultabili solo da studiosi e da accademici, ma che da quegli scaffali prendano veramente il volo verso gli occhi dei lettori, “vogliano avere le ali ai piedi” (è il titolo della mostra futura di una pittrice autistica che vedremo presto a Contemporart).

La biblioteca è l’oasi e il viaggio, la collezione e l’invenzione; è inventare e definire; è trovare un ordine impossibile e sempre nuovo al disordine del dolore: ma è anche ciò che Salamov, nei lager della Kolyma, desiderava: «Vorrei aver avuto una biblioteca, e non l’ho mai avuta. I libri sono la vera immortalità».

Aggiungo che i libri della Biblioteca Bandìta possono essere letti e consultati, con visite prenotate, in una apposita stanza di Villa Piaggio. Siete invitati a partecipare in futuro portando vostri libri, inerenti al tema, che saranno ospitati nella biblioteca in comodato d’uso. Per prenotare visite alla biblioteca e leggere questi libri in sede, potete rivolgervi al mio indirizzo: mark.ercolani@libero.it

Chiudo questa breve discorso conversazione aggiungendo alla biblioteca uno dei miei libri a cui tengo di più, una raccolta di taccuini di Artaud con in facsimile a scrittura dello stesso Artaud, da cui leggo, ora, queste parole:

Il pensiero è una perdita di potere

l’intelligenza una perdita di spirito

lo spirito una perdita di corpo e

un mondo che lo si può vedere

circoscrivere

di cui si può discutere e scrivere

è un mondo morto

i mondi vivi

sono invisibili

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